giovedì 21 gennaio 2016

ANNI SETTANTA e ANNI OTTANTA a SALERNO (preludio ?)

Pinacoteca Provinciale di Salerno (Palazzo Pinto), 21 Gennaio / 14 Febbraio

Anni Settanta e Anni Ottanta a Salerno con un eco di risonanza, non solo nazionale, grazie soprattutto alla Scuola di Critica d'Arte, e alla qualità delle esperienze proposte in quegli anni fertili, ricchi di fermento...
Artisti citati: Mario Carotenuto, Silvio D'Antonio, Pietro Lista, Franco Longo, Ciro Pica, Carmine Piro, Virginio Quarta, Giuseppe Rescigno, Angelomichele Risi, Nicola Salvatore, Paolo Signorino e Sergio Vecchio. Ad alcune loro opere sarà dedicata la mostra “Pittori a Salerno degli anni Settanta” presso la Pinacoteca Provinciale di Salerno, aperta al pubblico fino al 14 febbraio, la cui inaugurazione questa sera alle ore 17,30 coinciderà con la presentazione del “Calendario Gutenberg 2016” illustrato con i lavori dei 12 artisti.

n.b. Ovviamente la lista risulta incompleta, vogliamo credere che sia stata dettata, dal fatto che si tratta di un Calendario, e i mesi sono dodici, di conseguenza gli artisti dovevano essere per forza di cose dodici, infatti mancano all'appello, altri artisti che caratterizzarono non poco l'humus culturale di quegli anni 70 e 80. 

Altro elenco in nostro possesso, tra i primi nomi che ci vengono in mente: Ugo Marano; Peter Willburger, Antonio Petti, Carmine Limatola (Ableo), i giovani emergenti Nino Tommaso Durante, Angelo Casciello, Luigi Vollaro, Angelo Riviello (quest'ultimo, diviso, dopo Roma, con un Sergio Lombardo, un De Dominicis e un Tullio Catalano, tra Milano e Salerno, tra un Antonio A.Trotta, Roberto Comini, Nagasawa, Spagnulo, Fabro, Paradiso, e altri, e un Pietro Lista, Ableo, Longo, Marano, Vecchio, e altri), ma anche fotografi come Pino Musi, Pino Grimaldi, Giovanni Ugo Di Pace, i giovanissimi Gaetano Mansi, Maurizio Grimaldi, e altri, grafici come Gelsomino D'Ambrosio (che con Pino Grimaldi fondò lo "Studio Segno", poi "Segno Associati"), etc., etc. E altri ancora, come Giovanni Canton, Lorenzo Cleffi, Antonio Baglivo, Donato Vitiello, Alessandro Mautone, Raffaele Falcone, Angelo Ermanno Senatore, Eva Rachele Grassi (questi ultimi due, attivi anche a Roma, nel gruppo dei "Trattisti") etc.

Le Gallerie citate invece risultano solo tre: il Catalogo; la Bottegaccia; la Seggiola. Manca all'appello la Taide Spazio Per, che fu un'autentica fucina-laboratorio d'avanguardia, di ricerca e sperimentazione, che è andata ben oltre la tradizione e i confini di Salerno stessa, esprimendosi anche con una rivista dal titolo "Taide", nel passaggio degli anni 80. Determinante fu anche la mostra di Arte Povera più Azioni Povere, agli Antichi Arsenali di Amalfi, nel 1968.

Infatti sono stati due gli eventi artistici più importanti avvenuti nella provincia di Salerno, intervallati dalla grande mostra-censimento che fu "Autodimentazione", nel 1978, tenutasi nell'ex Chiesa di Santa Apollonia, voluta dalla CGIL artisti di Salerno, per interessamento di Carmine Limatola (Ableo), tra il 1968 e gli anni 80: la mostra che consacrò definitivamente "l'Arte Povera", agli Antichi Arsenali di Amalfi, nel 1968 (dopo un primo raccoglimento alla Galleria La Bertesca di Genova, nel 1967, e la Galleria de' Foscherari di Bologna, nel 1968), a cura di Germano Celant, voluta da Marcello e Lia Rumma (un evento che fece scalpore sul territorio di Salerno, e rappresenta un capitolo importante, nella Storia dell'Arte Moderna Universale), e il "Progetto Chiena", in progress, di Public Art - 'A Chiena a Campagna - Kermesse Nazionale d'Arte Contemporanea", per una "Rassegna dell'ACQUA" (nell'acqua, con l'acqua, sull'acqua, dentro e fuori), divisa tra le strade inondate di acqua della città di Campagna, con performances, video arte, danza, musica e teatro di strada sperimentale, e con residenze d'artista e laboratori site specific nell'ex Convento dei Frati Domenicani di San Bartolomeo di Giordano Bruno (come da titolo del Libro/Catalogo, ediz. Boccia, Salerno, 1987) nella Città di Campagna, nel 1985, da un'idea progettuale di Angelo Riviello, a cura dello stesso, di Enzo Di Grazia e di Rino Mele, con la consulenza di Angelo Trimarco. Un evento nazionale di valore universale, quest'ultimo, che ancora aspetta un suo giusto riconoscimento e collocazione, nel panorama artistico del territorio salernitano di quegli anni, con uno spaccato significativo nella Storia dell'Arte Moderna.  

L'Ateneo salernitano, contribuì con figure del calibro di Filiberto Menna (con la sua "Lnea analitica dell'Arte Moderna", il teorico dell'"Astrazione Povera"), che in maniera anche critica accoglievano ospiti, tra pittori, poeti, scrittori, di caratura nazionale e internazionale. Oltre a Menna, c'era Achille Bonito Oliva (il teorico e artefice della "Transavanguardia"), Angelo Trimarco (Università di Salerno-Facoltà di Lettere e Filosofia, poi Preside, e Presidente della Fondazione Menna, un altro grande teorico, che scelse di restare a Salerno), Rino Mele (poeta, critico d'arte, dell'Università di Salerno-Cattedra dello Spettacolo), Enrico Crispolti, Antonio d'Avossa, Massimo Bignardi, Ada Patrizia Fiorillo, il giovane antropologo Paolo Apolito, e altri, con poeti del calibro di Alfonso Gatto e Edoardo Sanguineti, con il giovanissimo poeta, critico d'arte e letterario, Marco Amendolara,, ai primi passi negli anni 80 (scomparso prematuramente), etc.

A quando un evento per ricordare un momento magico indelebile, vissuto in quegli Anni Settanta e Ottanta. per mantenere viva un'identità, e tracciare così un ponte di collegamento con le nuove generazioni, per ulteriori sviluppi futuri con progetti significativi? Iniziando con una grande mostra portante di arte visiva, per una rosa completa di tutti i protagonisti di quegli anni, compresi gli esponenti della critica d'arte, attraverso i loro testi (la famosa Scuola di Critica d'Arte di Salerno), del teatro e dello spettacolo, Letteratura, Filosofia, Antropologia Culturale, e perché no? anche esperienze musicali...Non crediamo, di affidare tale compito, ad un solo curatore (che potrebbe dare una visione parziale, addirittura monca, di un evento, definiamolo storico), ma ad un eventuale comitato scientifico, facendo capo, possibilmente alle competenze di una Fondazione Menna, e/o alla stessa Università di Salerno (e/o ad altre Associazioni o Fondazioni presenti sul territorio campano, non solo Salernitano), che mai è mancata agli appuntamenti di un certo rilievo, grazie ai suoi docenti sempre attivi e presenti sul territorio, con i loro assistenti. Ci rivolgiamo a crtici e storici dell'arte, e curatori che conoscono molto bene Salerno, la sua storia e il suo territorio, come Massimo Bignardi, Marco Alfano, Antonello Tolve, Antonio d'Avossa, Ada Patrizia Fiorillo, Cristina Tafuri, e altri...

E' troppo quello che si chiede? Può darsi. Ma è l'unico modo per ricordare e omaggiare, con senso critico e propositivo, quegli anni intensi che la città di Salerno (e provincia) ha vissuto, che nulla ha avuto da invidiare a certe situazioni avute nelle grandi città italiane, come Roma, Milano, Torino o Napoli, prima, e a ridosso dei grandi movimenti, come la "Transavanguardia", la "Pittura Colta", i "Nuovi Nuovi", "Magico Primario", "Astrazione Povera", e altri, anche perché alcuni degli artisti sopracitati, le frequentavano, non solo con viaggi brevi, in occasioni di mostre o di contatto, ma anche con soggiorni più o meno prolungati...come Angelo Riviello, diviso tra una Milano, Roma e Salerno (come già accennato, per quasi 20 anni, dagli inizi degli anni 70 agli anni 2000, insegnando anche al Liceo Artistico di Brera, e a Campagna, la sua città, in quegli anni 80 dopo sisma, impegnato nel recupero e nella spettacolarizzazione e trasformazione in Opera d'Arte a più mani della "Chiena", ex evento di nettezza urbana andato in disuso negli anni 70, rivoluzionando un territorio, rimasto ai margini, facendo ricorso alla Storia, alla Tradizione e all'Arte Contemporanea, ai suoi amici artisti, sparsi tra Roma, Napoli, Salerno e Milano, alla sua esperienza e formazione, con un suo lavoro in progress, sull'identità & memoria), o addirittura, come Nicola Salvatore stabilitosi definitivamente a Milano, con l'insegnamento all'Accademia di Brera..

Edoardo Sanguineti, Filiberto Menna, Ugo Marano,Tomaso Binga-
Salerno-Vietri sul Mare anni 70
Angelo Riviello - Self-Portrait, 1977 - Fotogramma da
 film super 8 riversato in video 


Antichi Arsenali-Amalfi, 1968

Marcello e Lia Rumma, 1968

Germano Celant, Filibeto Menna e Gillo Dorfles-Amalfi, 1968
Antichi Arsenali-Amalfi, 1968

Pietro Lista e Carmine Limatola (Ableo) - Amalfi, 1968

Amalfi, 1968

Gelsomino D'Ambrosio & Pino Grimaldi
Studio Segno-Anni 70

Il Mattino - Articolo uscito di recente, su Salerno Anni 70
di Erminia Pellecchia, su ricordi di Gaetano Mansi

Copertina del Libro/Catalogo, 1985/87

Foto souvenir, con il gruppo di artisti genovesi e napoletani, 
 tra i cittadini campagnesi, che si asciugano al sole, dopo la chiena,1985

Angelo Riviello, 1985

Angelo Riviello, la "Fontana della Chiena", 1982/1994

Enrico Viggiano, 1985

Gaetano Nicola Cuccaro, 1985

Giulia Piscitelli, Pasquale Cassandro e Lorenzo Scotto Di Luzio, 1992

Arcangelo Moles, 1992

Fulgor Silvi, 1992

Il Teatro sperimentale "Il Candeliere" di Paolo Lista, 1985

Sergio Pavone, Antonio Porcelli, Beppe Schiavetta, 1985

Pompeo Ganelli, 1985

 
Giovanni & Renata Strada, 1992

Una pausa nel nascente Museo di San Bartolomeo-
Zona Cafè-Ristoro

Enrico Viggiano, 1985

Altro lavatoio pubblico, su una deviazione del fiume Tenza in pieno centro storico, 
in prossimità del Palazzo Comunale e della Cattedrale, scomparso (coperto) negli anni della 
ricostruzione post sismica degli anni 80

                      Galleria Taide Spazio Per - La prima personale di Angelo Riviello, 1978

Il canale della Chiena del fiume Tenza, tra gli anni 60 e 70, uilizzato anche come lavatoio pubblico
















1 commento:

Angelo Lazzano ha detto...

Art eXperience vuol riproporre tutto questo,con l'ausilio delle nuove tecnologie messe a disposizione dai network,d' un progetto ad ampio raggio che d' già partito da un'architettura simbolo di incontri un confluire di culture che ha come vie il nostro mare; parlo della stazione marittima di Zaha Hadid.

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