mercoledì 28 aprile 2021

COMUNICATI - Nasce “Serra d’artista” di Rosita Taurone - Progetto site-specific sulla Piana del Sele

 Qualcosa (di nuovo) si muove sul territorio...

Da Ortìcalab del 27/04/2021

COMUNICATI

Progetto site-specific sulla Piana del Sele, nasce “Serra d’artista” di Rosita Taurone




Da un anno e mezzo sto documentando, attraverso la fotografia, il paesaggio della Piana del Sele. La ricerca ha dato origine alla creazione di una “Serra d’artista”, un progetto site-specific che intende accogliere parte della mia personale produzione artistica inerente gli sviluppi delle ricognizioni sul campo della vasta area di Capaccio-PaestumGromola e Battipaglia. La serra è uno spazio destinato ad accogliere parte della raccolta di frammenti del territorio e dei suoi campi, con uno sguardo all’economia agraria, all’impatto antropico sull’ambiente, alle trasformazioni dei contesti abbandonati come effetto della lenta stratificazione dell’attività agraria e all’ibridazione delle aree urbane con le zone coltivate. Si tratta di una ricerca lenta, attenta ai cambiamenti del paesaggio e alle pratiche di coltura agricole inquinanti.



Durante le mie ricognizioni è emersa reiteratamente la figura spaziale della serra, che ho quindi designato come oggetto estetico di ricerca plastica per le sue caratteristiche di spazio artificiale e controllato. La serra è stata ideata come luogo di incubazione dove far crescere l’artista, in cui egli possa mettere al centro della propria pratica, uno spazio intimo di trasformazione. Essa, inoltre, vuole offrirsi come punto privilegiato di osservazione sul paesaggio della Piana del Sele.

La ricerca è probabilmente una peregrinazione intima, attraverso cui cerco di innescare un dialogo con il posto in cui vivo. Scorgendo sentieri boschivi, distese di prati e seguendo i percorsi fluviali, fino ad arrivare alle libere spiagge in cui il Sele trova sbocco, l’indagine ha seguito l’alternarsi delle stagioni, attraverso cui ho potuto registrare le trasformazioni dei campi, il rinnovamento delle colture, la varietà delle piantagioni, la lavorazione degli scarti o semplicemente il loro abbandono. Sono così emersi i mutamenti e le alterazioni del paesaggio.

L’esperienza delle numerose ricognizioni mi ha portata a maturare l’idea che la serra potesse costituire la metonimia, la giusta sintesi visiva, del paesaggio percorso. Infatti, l’intero territorio è segnato da una continuità di serre, che si iscrivono nell’ambiente. La serra incarna il corpo delle mie esperienze di attraversamento.



Vivaio e pandemia

A causa della crisi pandemica iniziata lo scorso anno, è venuto fuori un lavoro che si è avvalso della sinergia di alcuni produttori della Piana del Sele: ho sviluppato alcune delle immagini del mio progetto documentaristico sui campi coltivati attraverso un antico procedimento di stampa, l’antotipia, sfruttando la capacità fotosensibile di alcuni fiori per ricavarne delle emulsioni e stampare le mie foto. Per fare ciò ho pensato di recuperare la produzione di fiori e piante destinate al macero, che in quel periodo, a causa della pandemia, non hanno potuto raggiungere il mercato. Alcuni produttori florovivaisti della Piana del Sele hanno appoggiato la mia iniziativa, facendomi pervenire una parte simbolica di quei fiori a casa. Ho dunque trasformato i fiori in colorante per produrre un’opera pittorico-fotografica ecosostenibile. La portata dell’opera è concettuale, e mira alla restituzione di una traccia visibile, anche se effimera, di ciò che è andato perduto, a testimonianza di un’epoca tanto critica e sconvolgente.


Rosita Taurone

Rosita Taurone (1987, Salerno) è un’artista visiva multidisciplinare il cui lavoro attraversa una vasta gamma di media, tra cui la pittura, la fotografia e l'installazione. La sua ricerca, procedendo attraverso l’osservazione di forme organiche e la messa in atto di pratiche estetiche vegetali, sviluppa una riflessione approfondita sui fenomeni vitali di visibilità legati all’immagine e al suo processo di apparizione con delle preoccupazioni ecologiche e ambientali. Taurone, indaga la rappresentazione della vita nella moltitudine delle sue manifestazioni fisiche e mutevoli, e adopera le immagini come punto di partenza per esplorare le trasformazioni del paesaggio con l'intento di comprendere meglio il nostro rapporto vivente con la natura. Attualmente, svolge la sua ricerca nella Piana del Sele, dove è situato anche il suo studio d’artista, collocato in una ex casa colonica, un tempo abitata da mezzadri....

continua nel link: 


LA BIOGRAFIA DI ROSITA TAURONE

https://www.orticalab.it/sites/ortica/IMG/pdf/biografia_-_presentazione_-_rosita_taurone.pdf



sabato 10 aprile 2021

Nino Aiello

 Ricordando Nino Aiello a 14 anni dalla sua prematura scomparsa



Dal sito: http://www.ninoaiello.it

Nino Aiello è nato a Campagna (SA) nel 1945 m. 2007.

Ha studiato al Liceo Artistico e all' Accademia di Belle Arti di Napoli frequentando il corso di decorazione di Capogrossi e De Stefano; è docente di disegno e storia dell'arte. Dal 1971 è presente alla vita artistica nazionale, riscuotendo consensi di critica ed ambiti riconoscimenti.

Si ricorda:

Premio nazionale Villa Rufolo - Ravello 1972 Rassegna nazionale d'arte moderna di Avellino 1973 - 1974 Rassegna nazionale Arti Visive Achilleum - Roma 1974 VI Premio "Città di Eboli" (primo premio) 1975 Rassegna nazionale "Città di Lainate" - Milano (primo premio) 1976 XVI Rassegna nazionale di pittura Premio "Sant' Ambroeus" - Milano (terzo premio) 1976 Premio "Santhià" Premio Città di Lucca 1985 Premio Trivero (Vercelli) 1985 Assegnazione del Premio nazionale "La Castagna d'Oro" 1997 Assegnazione del Premio nazionale "La Rosa d'Oro" 2003.



C’è chi ha definito Nino Aiello “neoimpressionista”, chi invece lo ha definito “realista”, chi ha tentato di proporre etichette per delinearne i caratteri pittorico-stilistici e per tentare di qualificare la sua pittura. Ma le etichette a nulla servono per definire l’arte di Aiello perché il suo rapporto profondo, intimo, duraturo, gioioso o sofferto, con i temi della natura esulano da qualsiasi etichettatura pseudo-stilistica.

Aiello è il poeta dell’anima dei colori, dei suoni e dei rumori della terra, della natura, degli elementi primordiali della vita. La sua pittura va ben oltre la banale percezione visiva perché vive all’interno di un proprio universo segnico e coloristico, che viene proposto all’attenzione di tutti noi con la violenza e l’evidenza del colore, con l’adesione percettiva di un riconoscimento immediato, a colpo d’occhio, di particolari che si rilevano e si rivelano in una rigorosissima e magica sinfonia architettonica di note colorate: sono le note della natura, quelle che solo la natura ci sa offrire, ma che solo l’occhio e la mente e il cuore del pittore ci sanno restituire in maniera così evidente. 


Alcuni dei suoi numerosi dipinti












Esposizioni

La cantinella - Roma 1971
Studio Achilleum - Roma 1972
Galleria Margutta - Roma 1973
Il Cortilaccio - Torino 1974
Azienda sogg. e Turismo - Positano 1975 Auditorium italiano di Locarno - Svizzera 1977 Azienda sogg. e Turismo - Campagna (SA) 1977
Villa Litta - Lainate (MI) 1978
Galleria Sant'Ambroeus - 1984
Permanente S. Michele - Brescia 1985 Galleria Modì-Bistrò - Bergamo 1985
Galleria Il Baguttino - Milano 1985
'A Chiena a Campagna - Kermesse Nazionale d'Arte Contemporanea- Campagna (SA) - 1985
Galleria La Viscontea - Rho (MI) 1986
Galleria Sant'Ambroeus - Milano 1987
Expo Arte - Bari 1989
Palazzo Grassi - Bologna 1991
Tempio di Pomona - Arcivescovado Salerno 1992
Centro Arte e Cultura - Grazia Hotel Eboli (SA) 1993
Centro Arte e Cultura Valleverde - Corbara (SA) 1993
Rassegna Nazionale "Le Nozze" - Eboli (SA) 1994
Palazzo Cornoldi - Venezia 1995
Le Porte dell'Arte - Incontri Internazionali d'Arte Contemporanea - Campagna (SA) - 1997
Circolo Artistico - Venezia 1998
Arsenali della Repubblica di Amalfi - 1998 Villa Matarazzo - Santa Maria di Castellabate - 1998
Nuovo Oratorio S. Bartolomeo - Eboli (SA) 1999

Club Hoegarden - Pontecagnano Faiano (SA) 2000
Palazzo De Vivo - Castellabate (SA) 2000
Il Cenacolo - Agropoli (SA) 2000
Circolo Ufficiali di Presidio - Torino 2001
"I Mozartini" - Montecorvino Rovella (SA) 2001 Circolo Ufficiali di Presidio (SA) - 2002
Galleria "Il Giardino" Agropoli (SA) - 2003
Museo Nazionale Eboli (SA) - 2003
Palazzo S. Agostino sede Provincia di Salerno - 2003
Palazzo di Città - Agropoli (SA) - 2003
Fiere di Vallo della Lucania (SA) - 2004 Associazione culturale "P. Caravita" - Eboli (SA) 2004
Museo Civico "Media Valle del Liri" - Sora (FR) 2004
Castello Medievale - Castellabate (SA) - 2005
 

 
   




Dal quotidiano " La Città di Salerno"

Articolo di Gerardo Pecci - 2007

Nino Aiello, un “maestro” di anima e natura

Il pittore di Campagna ha lasciato un segno indelebile nella descrizione del rapporto tra l’uomo, il paesaggio e la vita


SALERNO. L’arte è lavoro progressivo, ricerca di nuove forme e significati. La critica d’arte ha il compito di individuare tali novità che, poi, finiscono col tessere la ricca trama della storia dell’arte, cioè la registrazione, nel tempo, delle fratture, delle novità e delle persistenze dei linguaggi artistici. A questa legge nessun artista sfugge. Il compianto amico e Maestro Nino Aiello è sempre rimasto fedele all’intimissimo rapporto tra l’essere umano e la natura, che è stato anche il filo rosso, e la trama vissuta, del proprio rapporto con il paesaggio. Cercare di definire stilisticamente la ricerca coloristica, percettiva e visiva di Aiello, imbrigliandola a improbabili sensi di significato, vorrebbe dire sminuire il suo spirito, il suo ricordo, il suo profondo rispetto per la natura; significherebbe ridurre e offendere la sua creatività, sigillandola in un improbabile universo linguistico che non appartiene alla libera creatività artistica, ma a una pseudo-critica d’arte non rispettosa dei valori etici e pittorici proposti in modo così evidente dall’artista. Nella pittura di Aiello, oramai consegnata integralmente e per sempre alla storia dell’arte, ogni singolo elemento vive in simbiotico rapporto con gli altri: ogni fiore è autonomo, ha una propria vita e vive di una propria luce, ma nel contempo è partecipe della vita e della luce di ciò che lo circonda.

In un colpo di pennello, in un semplice e intuitivo gesto, in un semplice particolare, in un solitario fiore o in una foresta di foglie vi si legge un universo segnico che si rivela e si confronta con la nostra coscienza la quale, poi, riconosce nelle forme e nei colori dipinti i vividi colori dell’anima dell’artista, i colori della sua sapiente e dolcissima arte. La parola che forse esprime meglio l’universo pittorico e coloristico delle grandi opere di Nino Aiello è “rivelazione”. L’universo della sua arte diventa poesia, sinfonia coloristica come rivelazione segnica di una natura che si offre, umile e semplice nella sua grandezza, attraverso le sottili trame che sottendono l’esistenza stessa del Creato.

E la grandezza dell’arte è proprio nella rivelazione di un mondo variegato e complesso e di una natura mutevole e cangiante, attraverso gli occhi disincantati di un artista che ha saputo vedere nel profondo dell’intimità umana quella scintilla di primordiale verità che sottende la nostra travagliata esperienza di vita. Quindi, al di là delle sottili osservazioni dei critici d’arte, parlare di naturalismo o di realismo nel linguaggio pittorico e stilistico di Nino non ha alcuna giustificazione, così come sarebbe puerile parlare di “panismo” pittorico.

La pittura di Aiello, infatti, sfugge a qualsiasi etichettatura imbrigliatrice perché è frutto di un moto interiore che fa vibrare le corde dell’animo creatore. Quello che noi vediamo non è altro che la restituzione di questo moto creativo, profondo e interiore, in forme, colori e rigorose costruzioni generali delle immagini dipinte. Per questo la sua arte, la sua poetica pittorica, non può risolversi in un semplice slogan critico: l’arte di Aiello semplicemente è. Esiste nello spazio della nostra realtà, vive con noi e dentro di noi, partecipa al nostro vissuto quotidiano. L’amico e Maestro Nino Aiello è, e resta, ancora accanto a noi e ci accompagna con le sue opere e con il suo affettuosissimo e grande ricordo.

Gerardo Pecci, 2007

http://www.ninoaiello.it

Contatti: +39 3386399445

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