lunedì 26 novembre 2012

VERTIGO ARTE in picciol vaso


           

VERTIGO ARTE
centro internazionale di ricerca per la cultura e le arti visive contemporanee
Via Rivocati, 63 Cosenza

 "In picciol vaso...piccoli quadri per una condivisione"
a cura di Franco Giordano
2 / 12 dicembre 2012



artisti

Salvatore Anelli,,Sergio Angeli, Caterina Arcuri, Gianpaolo Atzeni, Barbara Ardau, Antonio Baglivo, Calogero Barba, Angela Barbera, Geppo Barbieri, Renata Boero, Anna Boschi, Carmine Calvanese, Vito Capone, Gianni Celano Giannici, Silvia Cibaldi, Letterio Consiglio, El Gato Chimney, Giuliano Cotellessa, Ferruccio D'Angelo, Teo De Palma, Mimmo Di Caterino, Luce Delhove, Marcello Diotallevi, Giulio De Mitri, Danilo De Mitri, Maria Elena Diaco, Matilde Domestico, Salvatore Dominelli, Franco Flaccavento, Alessandro Fonte, Alberto Gallingani, Ombretta Gazzola, Francesco Guerrieri, Lillo Giuliana, Ernesto Jannini, Raffaele Jannone, Anna Lambardi, Giovanni Leto, Fulvio Longo, Mimmo LongobardiSalvatore Lo VaglioGhislan Mayaud, Ruggero Maggi, Francesca Maranetto Gay, Franco Marrocco, Viviana MaurielloDiego Minuti, Leila Mirzakhari, Elena Modorati, Albano Morandi, Antonio Noia, Vincenzo Paonessa, Arturo Pagano, Mario Parentela, Salvatore Pepe, Andrea Petrone, Shawnette Poe, Teresa Pollidori, Tarcisio Pingitore, Neda Shafiee, Loredana Raciti, Mauro Rea, Margherita Levo Rosemberg, Giuseppina Riggi, Angelo Riviello, Fiorella Rizzo, Leonardo Santoli, Antonio Saladino, Anna Santinello,  Antonio Sassu, Gianfranco Sergio, Franco Spena, Fausta Squatriti, Stefano Soddu, Giulio Telarico, Ernesto Terlizzi, Delfo Tinnirello, Antonio Pujia Veneziano, Armanda Verdirame, Fiorenzo Zaffina, Rolando Zucchini.



comunicato stampa
In picciol vaso prezioso unguento, recita la vulgata, o meglio recitava, perché da decenni una società enfatica e bulimica, smaniosa di possedere sempre più e sempre più in grande, ha mortificato quel pensiero, relegandolo nei bassifondi della memoria, per tendere verso una visione ciclopica di ogni manifestazione della nostra quotidianità. Così, in virtù di grandi numeri che un’economia gonfiata e una finanza a vocazione esasperatamente speculativa, hanno perseguito, si sono creati, ballando a cuor leggero nei saloni lussuosi d’un immaginario Titanic, disastri questi sì immani. Ma forse saranno proprio essi a riportarci lentamente alla realtà e a una sua dimensione più equilibrata, a farci cogliere, tra tanto altro, il senso più profondo di quel detto, che naturalmente non è assoluto o peggio ancora riferito soltanto a una corporeità, ma un monito alla comprensione di un’esistenza più complessa e ramificata, diversificata, dove il senso della proporzione, della ricerca più minuziosa, dell’armonia, dell’equilibrio, dei comportamenti meno sbandierati, delle concezioni di vita meno roboanti, dell’attenzione alle piccole cose, torni ad avere un giusto valore, una nuova considerazione, quasi direi un’evangelica comprensione della sua preziosità: Gesù si trovava a Betània nella casa di Simone il lebbroso. 

Mentre stava a mensa, giunse una donna con un vasetto di alabastro, pieno di olio profumato di nardo genuino di gran valore; ruppe il vasetto di alabastro e versò l'unguento sul suo capo, Marco (14, 3-9) (ma anche negli altri evangelisti), episodio che potrebbe essere all’origine della nostra vulgata. In codesta direzione intende muoversi “in picciol vaso...” come riscoperta e riproposizione d’una dimensione diversa e ancora stimolante, del resto nell’alveo d’una tradizione eccelsa che da Cimabue (alcune attribuzioni), o, se vogliamo, meglio ancora dalle icone bizantine, arriva ai nostri tempi, penso ad esempio, tra gli altri, ai piccoli deliziosi dipinti di Chagall, non quadri di un’esposizione, ma (piccoli) quadri per una condivisione tra artisti, associazione e amanti dell’arte e insieme per un gesto di solidarietà reciproca, un dono di bellezza, un’emozione per le imminenti festività offerta a chi vorrà coglierla per il proprio piacere, ma anche come tangibile segno di attenzione e affezione verso questo spazio espositivo. 
Franco Gordano

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