venerdì 29 giugno 2012

LO SGUARDO DEI GIORNI: GELSOMINO D’AMBROSIO E I SUOI AMICI ARTISTI

Notizia post-mostra tenuta nell'ex Complesso Monumentale di Santa Sofia dal 7 al 29 novembre del 2009, ai fini di una documentazione.

Il Complesso Monumentale di Santa Sofia - Salerno

Interno della mostra


                                         Interno della mostra: allestimento (part.) opere di Angelo Riviello
                                         "l'aereo", 1976-77 e "15 Agosto 1964-Foto di Pompeo Ganelli", 1975-76

Un'opera di Angelo Riviello: "15 Agosto 1964-Foto di Pompeo Ganelli", 1975/76 dalla serie Affetti 1(work in progress: dall'intimismo alla realtà sociale - Identità e Memoria).

Angelo Riviello, legato a Gelsomino D'Ambrosio, da una vera amicizia che li ha accompagnati lungo tutta l'infanzia, l'adolescenza e nell'età matura. Teatro dei loro incontri, fra tutti (prima di Roma e di un viaggio in autostop nell'Europa degli anni 70), è stato il Largo Giulio Cesare Capaccio, "Quartiere Zappino", nella zona antica della città di Campagna, dove erano soliti "gareggiare" a disegnare sul grande asfalto della piazza campagnese, accompagnati dai rispettivi fan.Una gara "... su quella grande lavagna grigia, senza vincitori, né vinti..." (come lui stesso amò definire in una lettera inviata al suo "amico del cuore" in occasione di una sua mostra personale a Milano nel 2002, tra il sorrisetto tipico, l'affetto e la nostalgia). 



p.s. La storia di un'amicizia, malgrado le strade (ad un certo punto) si divisero, per motivi di trasferimento dell'intera famiglia D'Ambrosio (dovuti al lavoro come collaboratore scolastico, del padre Pietro), in un primo momento a Eboli e poi a Salerno, e poi per motivi di studio, Gelsomino a Napoli e Angelo Riviello a Roma. I due amici si rividero per un breve periodo nella stessa città  di Roma dove il Riviello studiava all’Accademia di Belle Arti di Via di Ripetta (abitando i primi mesi in Via Monte Scalambra, poi in Via Magenta e in seguito nella condivisione di appartamenti con gli amici e compagni di scuola, tra via dei Serpenti, Via Francesco Crispi e Via Margutta), il quale dopo aver compiuto gli studi si trasferisce a Positano, e poi a Milano. Malgrado ciò,  i due restarono sempre in contatto con grande affetto e infinita stima, per tutto l’arco di un’esistenza…

Dal 7 al 29 novembre è stata allestita nel Complesso Monumentale di Santa Sofia a Salerno la mostra "Lo sguardo dei giorni", promossa dall'Associazione Giordano Bruno di Campagna, da Segno Associati e Bottega San Lazzaro, patrocinata e sostenuta dal Comune di Salerno, dalla Provincia di Salerno, dal Comune di Campagna e dall'ISIA di Urbino. La mostra e il convegno,voluta fortemente da Vito Maggio,che nel catalogo spiega le finalità del progetto, rende omaggio, a tre anni dalla morte, a Gelsomino D'Ambrosio indimenticabile figura di intellettuale che ha segnato profondamente le vicende artistiche degli ultimi decenni: un omaggio affidato alle opere di quegli artisti con i quali ha lavorato e condiviso una stagione di intenso fervore, interpretando il clima della nuova Salerno, i suoi cambiamenti i suoi slanci.

La mostra, curata da Massimo Bignardi ed allestita nel suggestivo scenario della Chiesa dell'Addolorata primo livello del Complesso Monumentale di Santa Sofia prestigiosa sede che ha ospitato mostre di rilievo internazionale -, ha proposto le opere di Peter Fraefel, Barbla Zach, Mario Carotenuto, Enzo Caruso, Angelo Casciello, Mario Cresci, Philippe Di Folco, François Fabrizi, Vito Falcone, Peter Fraefel, Luigi Franzese, Pietro Lista, Alfonso Mangone, Ugo Marano, Pino Musi, Luigi Pagano, Corrado Pellecchia, Antonio Petti, Angelomichele Risi, Angelo Riviello, Matteo Sabino, Paolo Signorino, Sergio Vecchio.
Negli intenti "di questa mostra - secondo come ha dichiarato Adriana Maggio presidente e portavoce dell'Associazione Giordano Bruno - "non v'è il desiderio di celebrare la memoria di un amico che ha segnato profondamente la nostra coscienza ed educato due generazioni di grafici, bensì quello di ripercorre le traiettorie del suo sguardo, del suo intricarsi con la pittura, la scultura, con il disegno e con la ceramica, insomma di quando partecipava con gli amici artisti all'avventura di una mostra o lavorava alla ‘scatola magica' di un catalogo".
Le opere che hanno dato vita al percorso espositivo assumono quindi l'identità di una testimonianza dei giorni, dei momenti e, soprattutto, hanno riproposto l'inquietudine che ha attraversato il lungo "sogno" di una generazione.
La mostra itinerante si è conclusa a Campagna, la città che gli ha dato i natali, nell'estate del 2010.
Il convegno si è tenuto presso la Sala del Gonfalone del Palazzo della Città: una giornata di studi dedicata alla multiforme attività di Gelsomino D'Ambrosio, con interventi di Massimo Bignardi, Philippe Di Folco, Franco Vitelli, François Fabrizi,Sebastiano Martelli, Rino Mele, e Generoso Picone che ha fatto anche da moderatore.

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