Camion annaffiatori e la Chiena come nettezza urbana
Mentre negli
altri luoghi e città lavavano le strade con i camion annaffiatori, a Campagna
(SA) si faceva la Chiena, deviando una parte delle acque del fiume Tenza, per
lavare e rinfrescare il C.so Umberto, P.zza Guerriero e strade adiacenti del
centro storico. Usanza andata in disuso negli anni 70, con la scomparsa del
mondo contadino. Fu recuperata dopo il terremoto del 1980, e trasformata in
opera d'arte con il coinvolgimento del pubblico, da un'idea progettuale in
progress, di un giovane artista natio del luogo, che aveva studiato scenografia
all'Accademia di Belle Arti di Roma, con contatti significativi e di amicizia,
nei suoi soggiorni nella capitale e Milano, con una certa avanguardia romana,
con Gino De Dominicis, Sergio Lombardo, Tullio Catalano, e milanese, con
Antonio Trotta, Hidetoshi Nagasawa, LucianonFabro, Roberto Comini, Antonio
Faggiano e altri (Angelo Riviello, pensando soprattutto al teatro sperimentale
dei "Krypton" e del "Magazzini Criminali", attivi negli
anni 70, e altri simili, come Il teatro di Luca Ronconi, che coinvolgevano il
pubblico), idea condivisa nella sua poetica, da due musicisti con studi al
Conservatorio di Salerno e al DAMS di Bologna, (Gelsomino Fezza e Vito
D'Ambrosio) con un designer (amico di infanzia), con studi in scenografia
all'AA. BB. AA. di Napoli (Gelsomino D'Ambrosio, con cui a Zurigo, nel 1972, in
un'esperienza memorabile, con Riviello, fu coinvolto tra il pubblico dal teatro
di Luca Ronconi), e un gruppo di intellettuali locali (Antonio Corsaro, Bruno e
Vito D'Agostino, Dante De Chiara, Vito Maggio, Mario Velella, Antonino Valente)
da Italia Nostra di Salerno, e in progress, con decine di altri artisti e
teorici, provenienti da ogni parte d'Italia, dissidenti nei confronti della
Transavanguardia e del ritorno all'ordine, tra cui, nel primo nucleo, spiccano
i nomi di Alessandro Mautone, Donato Vitiello, Gutte Norrild, Patrizia Marchi,
Alfonso Filieri, Lucia Buono, Enrico Viggiano, Mariano Mastrolonardo, Antonio
Porcelli, Sergio Pavone, Anna Malapelle, Fausto De Marinis, Francesco Bonazzi,
Franco Flaccavento, Salvatore Anelli, Pompeo Ganelli, Daniele Gibboni,
Giovanbattista De Angelis, e altri, attraverso tutti gli anni 80, con Eva
Rachele Grassi & Ermanno Senatore, gli anni 90 e duemila, con Arcangelo
Moles, Arturo Casanova, Roberto Scala, Peter e Barbla Fraefel, con il Pesce
lupo, Dario Carmentano con la sua Zattera, Irina Danilova, con "Project
59", LuLu LoLo, con "Mother Cabrini" e" Polvere", Iris
Selke, con "Ophelia", De Angelis con le sue "Chiene
Bianche" , e il gruppo del Manifesto Brut, con la presenza fisica di
Giorgio Scotti e Rino Telaro.
La pagina di
storia completa del "Progetto Chiena", è scritta in un capitolo del blog di Utopia Contemporary Art.
La Chiena a secchiate
Sento solo rumori, a tamburo battente,
di musiche insignificanti, del momento, a tutto volume.
Qualcuno dirà "ma state sempre a
criticare"? Oppure "chi non fa nulla, critica". Con la
differenza che noi (del Museo, Ass.Giordano Bruno, e Utopia contemporary Art)
possiamo permettercelo, di criticare, perché abbiamo fatto, ideato e
organizzato chiene di alta qualità, dove sia la passeggiata che la secchiata,
facevano parte integrante della trasformazione nel "Progetto Chiena",
con l'arte a 360°, come ampiamente documentato, dal 1985, al 1994, con la prima
esperienza musicale del 1982, di musicisti che hanno fatto la storia della
musica. Senza i nostri esperimenti, con edizioni varie, vi attaccacavate al
tram!!! Ci attaccavamo al tram, con il rischio, che sia il fiume che il canale
secolare, nel post terremoto, in quel tratto veniva coperto, come già in altri
casi, in Via Molinari, e a Zappino sul fiume Atri, per farne una strada di
collegamento. Quindi grazie al recupero che abbiamo tutelato l'ambiente
fluviale e il canale idrico, con alle spalle pronta a intervenire "Italia
Nostra".
Possiamo dire che la secchiata e la
passeggiata (programmate nel coinvolgimento spontaneo del pubblico), sono
figlie dell'arte, di quel lontano 1985. Lo dico ai responsabili della pro loco:
informatevi e studiate, prima di commentare (anche a nome nostro) i vostri
video, o di rispondere nelle interviste, alle domande dei giornalisti, per
evitare di fare pessime figure. Lo diciamo anche all'istituzione locale, di
fare un passo avanti nell'informazione. Chi è informato dall'esterno, lo sa.
Non è gente generica qualsiasi, ma gente accorta e professionisti seri, che
lavorano in vari ambiti, dello spettacolo, dei media, dell'arte e della cultura
in generale, e altri (tanti) che seguono.
Tonino Valente, all'interno del Progetto "Chiena", era il "tecnico delle acque" che si ribellò al luogo comune secono cui, con la Chiena di mezzanotte la gente "si prendeva la bronchite", e al gruppo dei promotori (Museo e Chiena), il Comune rispondeva sempre NO! NO! NO! fin dal 1985, quando si propose uno spettacolo teatrale d'avanguardia, con la regia di Paolo Lista (Teatro il Candeliere di Salerno) già ampiamente realizzato, unitamente alle performances degli artisti invitati, alternate alle secchiate e alle passeggiate, durante una delle Chiene diurne programmate (come da Catalogo Boccia, 1987), nel coordinamento artistico del sottoscritto. All'ennesimo NO! Tonino perse la pazienza, e all'insaputa di tutti, tra il nervoso e il divertito, (come ebbe modo di raccontarmi dopo, avendo tutto il mio appoggio), una sera di agosto, a mezzanotte in punto, fece il blitz aprendo le acque dal canale della Maccarunera, cogliendo di sorpresa tutti i festaioli con vestiti eleganti nello struscio della Festa patronale di S. Maria di Avigliano, in un fuggi, fuggi, generale...Il resto, lo lasciamo alla vostra immaginazione. Una riflessione va fatta, però: ma è servita a qualcosa questa sua ribellione (propositiva)? diciamo così...Se l'ha fatto, è stato perché, come uno dei pionieri, credeva fermamente nel "Progetto Chiena", di farne una Rassegna...un Festival Internazionale dell'Acqua e dell'Arte, e non che dopo 10 anni, dallo scippo del 1995, da parte di gente estranea, si utilizzasse come una sagra paesana senza senso, solo per attirare un pubblico esterno, incuriosito da questo nostro fiume che viene devato lungo le strade del centro storico. Un'altra cosa: noi (pionieri di quel recupero fluviale della Chiena, e fondatori del Museo Campagna, di 37 anni fa) che abbiamo donato una buona parte della nostra vita per la nostra città..NON CI RASSEGNIAMO!!! all'indifferenza, all'ignoranza, all'insensibilità, ai NO! NO! NO! nei fatti. Siamo quì "Pre Mortem (vivi) e Post Mortem" (sempre vivi, ma nello spirito, come Tonino e altri, tra gli artisti come Antonio Porcelli di Genoiva, e Donato Vitiello di Napoli che diedero, tra gli altri, un contributo determinante al progetto), in attesa di una decisione, per il futuro della nostra Città/Terriotrio...A QUANDO UN RICONOSCIMENTO UFFICIALE DI QUELL'OPERAZIONE PROGETTUALE CHE HA CREATO UNA GRANDE ECONOMIA PER IL CENTRO STORICO PER UN RICHAMO INTERNAZIONALE??? Anche per candidarci nel Patrimonio dell'UNESCO. QUANDO??? POST MORTEM di tutti noi? Uno alla volta? In questo modo è la nostra città che se ne muore a poco alla volta...
P.S. Mi rivolgo non solo al Comune di
Campagna, ma anche ai consoci della "Giordano Bruno", che in assenza
di alcuni soci fondatori per motivi di lavoro, consegnarono la Chiena nelle
mani della Pro Loco (convinti di far bene, mentre nel tempo, fino ad oggi, si è
rivelato un grande errore, a cui si deve rimediare al più presto!!!! se si vuol
tentare di riprendere i lavori prima che sia troppo tardi (come la stessa
associazione "G. Bruno" si auspica).
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