sabato 24 ottobre 2020

Gina Pane e la Body Art

 Da McArte

l'AltrArteBlog. Quattro passi nell'Arte Contemporanea e Classica


Gina Pane, la vera madre della performance artistica



Gina Pane, la vera madre della performance artistica

In molti pensano che la “madre” della performance artistica sia Marina Abramovic, ma si sbagliano. Se tra gli artisti che si contendono il titolo di “padre” della performance ci sono Bruce NaumanYves KleinJoseph BeuysVito Acconci e Hermann Nitsch, tra le artiste che ambiscono al titolo di “madre” di questa moderna concezione artistica, ci sono Carolee Schneemann (1939-2019) e Gina Pane (1939-1990) prima ancora di Marina Abramovic che in realtà si è autodefinita tale.

Gina Pane è stata una artista di padre italiano e madre austriaca nata in Francia e cresciuta a Torino, un dato non trascurabile visto che la sua formazione personale contribuirà molto alla visione dell’Arte in quanto intrisa di una simbologia religiosa e riferimenti a mostri sacri del Rinascimento.



Studia Arte a Parigi, all’Académie des Beaux Arts fino al 1966 e insegnerà all’Ecole des Beaux-arts di Le Mans dal 1975 al 1990.

Dopo una serie di dipinti geometrici e sculture, nel 1968 inizia il suo percorso di performer e già nel 1973 si esibisce in una delle performance che resterà tra le più famose e la consacrerà una delle regine della Body Art: “Azione Sentimentale”.

A Milano, presso la Galleria Diagramma di Luciano Inga Pin, la Pane si presenta vestita di candido bianco, con un buchet di rose da cui toglierà le spine e se le conficcherà nel braccio fino al sanguinamento, nel tentativo di simboleggiare il sacrificio della sposa.   



Da allora la performance che vede protagonista il suo corpo sarà il suo elemento imprescindibile per molto tempo, rendendola protagonista di una concezione autolesionista, in cui il corpo è mezzo per esternare dolore, donare le sue lacerazioni agli altri, in una sorta di estensione di sé, di regalo di pezzi della sua esistenza alla comunità. La concezione  del corpo quale dono, del sacrificio e del dolore quali simboli di amore verso il prossimo è ovviamente retaggio di una forte tradizione religiosa che nonostante le nuove inclinazioni di pensiero del tempo, resta sempre presente nell’opera di Gina Pane, come la sua concezione della femminilità, espressa nell’atto del donarsi, nonostante avrà relazioni omosessuali. L’artista si offre, aprendo la sua pelle, offre il suo sangue come un nuovo Cristo, offre il flagello del suo corpo quale nuovo sacrificio all’umanità. Una operazione al limite della blasfemia di cui ancora non tutti comprendono il significato che si rifà certo alla tradizione cattolica, ma soprattutto al suo opposto, in quanto è in questo caso una donna a sostituirsi al figlio di Dio. Lo stesso suo cognome “Pane” ricorda la simbologia religiosa del Cristo, quale corpo che si fa cibo, quale cibo che viene spezzato e dato in dono assieme al sangue che si fa vino nei riti cattolici.

Nelle prossime sue performanceGina Pane si presenterà sempre attraverso il dolore sanguinolento del suo corpo, con ferite autoinflitte in varie parti, con significati sempre diversi, si paragonerà ai santi, ai martiri, non per un bisogno di autolesionismo ma cosciente che il dolore sia un mezzo per saziare la sete dell’umanità, una possibilità di riscaldare le esistenze di cui ancora non si è trovato un sostituto.



Gina Pane si taglierà, con lamette che prima avrà provato su fogli di carta davanti al pubblico, lacererà la sua pelle, il suo labbro, mescolerà il suo sangue a latte, taglierà le sue palpebre e poi le benderà in modo da apparire come se lacrimasse sangue, taglierà un suo orecchio quale omaggio a Van Gogh.

“……Se apro il mio corpo affinché possiate guardarci il mio sangue, è per amore vostro: l’Altro.…..”

Gina Pane

La personalità di Gina Pane si farà spazio attraverso il dolore sempre autoinflitto, quale mezzo di comunicazione e soprattutto dono verso il prossimo. Fino a che abbandonerà il corpo quale mezzo espressivo nel 1981. Da questa data inizierà un nuovo ciclo di immagini e sculture in cui saranno presenti personaggi mistici, santi, martiri, e riferimenti a artisti del passato come Paolo uccelloFilippo Lippi. La sua concezione di una donazione di se stessa attraverso il martirio della propria carne sarà sempre presente ma in senso figurato fino a quando morirà prematuramente.



Atemporale, l’Arte di Gina Pane si discosta di molto da quella di Marina Abramovic, che è invece spesso inquadrata nel suo presente e probabilmente per questo ha portato la fama della performance d’Arte a un livello altissimo. Gina Pane invece si muove su valori esistenziali, metafisici, mistici, in cui talvolta entrano anche tematiche al tempo attuali, ma tendenzialmente è interessata al lato spirituale di un’esistenza non contestualizzata e resta comunque legata alle sue radici, ai valori che gli sono stati inculcati anche quando li ridiscute, li analizza, li sovverte. L’evolversi della figura femminile si fa spazio nelle tematiche di Gina Pane e inizia a creare una nuova possibilità di ridisegnare il suo ruolo sociale ma nonostante questo, il donarsi per lei è ancora sacrificio, l’offrirsi è dolore, l’estasi si ottiene per Gina Pane solo in questo modo. Siamo nel pieno della rivoluzione dei costumi sociali, negli anni ’70, ma l’offerta di sé agli altri quale libera dai sensi di colpa e gioiosa che sarà ovvia negli anni ’90, è ancora per Gina Pane impensabile.


P.S. A proposito del libro di Lea Vergine "Il Linguaggio del Corpo (la Body Art e storie simili") di Giampaolo Prearo Editore, del 1974, da ebay (doive risulta in vendita), si può leggere la descrizione del libro (quanti bei nomi, anche se nell'elenco panoramico, ma sommario, mancano altri nomi importanti di quei magici anni 70, tra i viventi e artisti che ci hanno salutato, anche prematuramente. Per esmpio, manca Carolee Schenemann, Charlotte Moorman, la stessa Marina Abramovic, e altri come Gino De Dominicis, Sergio Lombardo, Luciano Fabro, Tullio Catalano, Franco Falasca, Roberto Comini,Giulio Paolini, Brigata Es, il gruppo dei salernitani con Pietro Lista, Ugo Marano, Carmine Limatola (Ableo), Franco Longo, Sergio Vecchio, Nino Tommaso Durante, ecc.,

DESCRIZIONE (Parlando anche delle convergenze):

330 illustrazioni in bianco e nero (performances di Vito Acconci, Giovanni Anselmo, Keith Arnatt, John Baldessari, Gianfranco Baruchello, Ben Vautier, Valentina Berardinone, Joseph Beuys, Marcel Broodthaers, Trisha Brown, Günter Brus, Enrico Bugli, Pierpaolo Calzolari, Cioni Carpi, Giuseppe Chiari, Giorgio Ciam, Jole de Freitas, Giuseppe Desiato, Alain d'Hooghe, Tery Fox, Howard Lee Fried, Gilbert e George, Dan Graham, Rebecca Horn, Enrico Job, Joan Jonas, Michel Journiac, Ketty La Rocca, Urs Lüthi, Elio Mariani, Tom Marione, Denis Masi, Eliseo Mattiacci, Fabio Mauri, Annette Messager, Otto Muehl, Hidetoshi Nagasawa, Ugo Nespolo, Hermann Nitsch, Luigi Ontani, Dennis Oppenheim, Jean Otth, Stanislao Pacus, Gina Pane, Luca Maria Patella, Giuseppe Penone, Gianni Pisani, Vettor Pesani, Arnulf Rainer, Klaus Rinke, Allen Ruppersberg, Lucas Samaras, Rudolf Schwarzkogler, Richard Serra, Katharina Sieverding, Aldo Tagliaferro, Antonio A. Trotta, Janos Urban, Franco Vaccari, Gruppo Zaj, Michele Zaza).
Testi, di cui molti inediti, degli artisti. Biografie. Fotografie, tra gli altri, di Ugo Mulas, Claudio Abate, Elisabetta Catalano, Giorgio Colombo, Mimmo Jodice, Paolo Mussat Sartor. Edizione in italiano e inglese Impaginazione di Walter Prearo. 8vo. pp. 300 ca. . Molto buono (Very Good). Pagine leggermentebrunite ai margini (Pages slightly browned to edges). Prima edizione (First Edition). . "Alla base della cosiddetta "body-art' e di tutte le operazioni presentate in questo libro c'è la necessità (ciò che non può non essere) inappagata di un amore che si estenda illimitatamente nel tempo (la durata), il bisogno d'essere amati comunque, per quello che si è e per quello che si vorrebbe essere, con diritti illimitati (di qui la delusione e il fallimento inevitabili): quel che si chiama amore primario. L'aggressività che contraddistingue - vedremo in seguito – tutte queste azioni, eventi, montaggi di sequenze fotografiche, perfomances nasce proprio da questo amore non corrisposto" (Lea Vergine). Codice inventario libreria 0000000216545

https://mcarte.altervista.org/gina-pane-la-vera-madre-della-performance-artistica/

https://it.wikipedia.org/wiki/Body_art#Bibliografia



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