Dal blog di
Annalisa Santi
Caramuel, chi era costui?
Il 1° aprile 2016 è iniziato il mese della Matematica!!!!!
Il tema di Matematics Awareness Month 2016 (MAM 2016), "The Future of Prediction"
fa venire in mente indagini nel passato, nel presente e nel futuro delle previsioni
matematiche, dagli antichi oracoli alla probabilità, ai modelli statistici o quantistici........
E parlando di precursori, di predizioni, di probabilità, di sistema binario.......come non
ricordare l'enciclopedico Caramuel?
Ben si potrebbe inserire nel tema proposto "The Future of Prediction" considerando il suo
ruolo di precursoree ideatore di concetti che sarebbero poi stati utilizzati in vari campi di
indagine e di "predizioni future".Ma, parafrasando Manzoni e il suo Don Abbondio:
"Caramuel, chi era costui?"
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Effige del Vescovo J. Caramuel de Lobkowitz
Incisione del 1672 |
Ricordato anche come Monsignor Giovanni Caramuele, Juan Caramuel y Lobkowitz, questo era il suo nome, fu un monaco cistercense del Seicento, gentiluomo, dotto e avventuriero, matematico e probabilista, tra gli inventori del sistema binario, grafico, tipografo, editore e tra gli ideatori dei caratteri mobili nel mondo della stampa, filosofo e abile politico, grande scrittore ed erudito, gran campione del lassismo (eccessivamente tollerante e indulgente in fatto di morale tanto che Sant'Alfonso de' Liquori lo bollò come "laxistarum facile princeps"), nonché poliedrico architetto.
Scorrendo i suoi scritti ne balza una personalità di primo piano, di una forza dialettica travolgente, di una capacità formidabile, di genio e mente enciclopedica ed umanista fuori dal comune.
Nel suo stemma vescovile campeggiano le aquile e il leone e tale fu Caramuel per l'altezza dell'ingegno e dell'erudizione, per la forza di volontà ed il coraggio.
Si può affermare che l'importanza della sua opera va ben oltre i limiti della gratuita "genialità" che solitamente gli viene attribuita negli scritti di scarso impegno culturale spesso pubblicati.
Juan Caramuel, nato il 23 maggio 1606 a Madrid dal Conte Lorenzo, cultore di scienze astronomiche, di origine fiamminga e dalla madre di origine tedesca, studiò in Spagna e sin da fanciullo mostrò la straordinaria potenza del suo intelletto.
A 11 anni pubblicò la prima opera, a 15 anni si laureò in filosofia, a 17 entrò nell’ordine dei Cistercensi nel monastero della Spina, nella diocesi di Palencia, nella Vecchia Castiglia.
Passò, quindi, all’Università di Valladolid e poi a quelle di Salamanca e di Lovanio ove conseguì la laurea in Teologia.
Quindi Caramuel peregrinò lungo tutta l'Europa culturale del '600.
Mostratosi abile architetto nell'arte militare, fu chiamato dall'Imperatore Ferdinando III a ispezionare le fortezze d'Ungheria, per ricostruirle.
Frequentò quindi la corte di Cristina di Svezia e, prima della sua nomina a Vescovo di Campagna e Satriano, nel Regno di Napoli, viaggiò instancabilmente tra Spagna e Portogallo, a Salamanca, Coimbra e Lisbona, passando poi nei Paesi Bassi e in Germania a Lovanio, Bruxelles, Anversa, Colonia, Spira, Magonza, quindi a Praga prima di stabilirsi appunto in Italia.
In queste città aveva conosciuto e corrisposto con il fior fiore della cultura europea di allora; con Descartes, Gassendi, Butkens, Rubens, Marcus Marci, Athanasius Kircher e tanti altri.
L'amore per la ricerca, l'invenzione, le sottigliezze, la probabilità e il paradosso lo portarono talvolta ad affermazioni temerarie facendogli rasentare l'eresia.
Tanto che il 1° settembre 1655, coll'andata a Roma, nonostante la protezione di Alessandro VII, al quale dedicherà la "Theologia" riformata, si vedrà relegato tra le aspre terre della Lucania "a purgazione dei falli che avea commessi" (sono sue parole).
Al suo arrivo a Campagna, nel luglio 1657, Caramuel ereditò una diocesi rovinata dalla peste del 1656, che vedeva ridotti i sacerdoti da 159 a soli 25, e gli abitanti da 5000 a 2000.
Preferendo la solitudine, spesso si ritirava nell'eremo di San Michele, incavato in una rupe del Montenero di Campagna e scriveva "Quando ho la penna in mano, non sento il bisogno d'altro".
Ma a Campagna sembrò che anche la penna gli fosse caduta di mano e per quattro anni non pubblicò alcuna opera.
Aveva infatti pubblicato gran parte delle sue opere nei maggiori centri dell'editoria europea, ma a Campagna trovò difficoltà anche a reperire tipografi esperti e caratteri rari indispensabili alle sue edizioni.
Decise così di costruire egli stesso una stamperia, forse con maestranze fatte giungere dalla Germania, prima a Sant'Angelo Le Fratte e poi a Campagna e chiamò la sua tipografia "Arca Santa”.
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Una delle numerose illustrazioni che impreziosiscono
la "Metametrica" ¹ (Caramuel de Lobkowitz 1663) |
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Eremo di San Michele Arcngelo - Campagna |
Si ricorda anche come innovatore nell'insegnamento.
Insegnava egli stesso, infatti, la grammatica e la matematica ai fanciulli di Campagna, come un maestro elementare, ingegnandosi anche di aggiornare il metodo di insegnamento e per facilitare lo studio compose per i piccoli studenti una grammatica con figure.
Spesso il Caramuel ricorreva alle illustrazioni didattiche, e a Venezia aveva fatto stampare delle curiose carte da gioco con le quali gli studenti potevano imparare a comporre versi giocando.
L'attenzione del Caramuel ai metodi di insegnamento fu costante tanto che nel "Physik-Ethikon" si chiede se sia meglio far imparare prima a scrivere o prima a leggere, preferendo prima fare scrivere.
Potremmo definirlo un antesignano di Fröbel, nato più di un secolo dopo.
Un Caramuel precursore del pensiero pedagogico di Friedrich Wilhelm August Fröbel e della sua realizzazione attraverso il gioco che segnerà, appunto un secolo dopo, una svolta innovativa nel panorama culturale dell'epoca, costituendo uno dei pilastri della pedagogia moderna.
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Caramuel de Lobkowitz "Mathesis biceps vetus et nova"
Campagna di Salerno 1670. Frontespizio
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Del periodo a Campagna sono le pubblicazioni "Mathesis biceps, vetus et nova" del 1670, dove espose i principi generali della rappresentazione dei numeri usando una base diversa da 10, che si inserisce nel quadro della ricerca che infine porterà al calcolo binario.
Egli aveva utilizzato un’aritmetica a due soli simboli ed era solito rappresentare i numeri attraverso le lettere dell’alfabeto “a” e “b”.
Sarà poi Leibniz sia ad usare le cifre “0” e “1” per la codifica dei numeri, che a descrivere le principali regole aritmetiche che soggiacciono alla matematica binaria.
Nel 1703, per sostenere tale sistema di numerazione egli scrisse:
"Invece della progressione di dieci in dieci, impiego da molti anni la progressione più semplice di tutte, che va di due in due, ritenendo che sia perfettamente adeguata alla scienza dei numeri. Utilizzo solo due caratteri, “0” e “1” e poi, quando sono arrivato a due, ricomincio" (Leibeniz)
L'aritmetica binaria venne però ben presto dimenticata e riscoperta solo nel 1847 grazie al matematico inglese George Boole che aprirà l'orizzonte alle grandi scuole di logica matematica del Novecento e soprattutto alla nascita del calcolatore elettronico.
J. Caramuel de Lobkowitz "Architectura Civil Recta y Obliqua"
Vigevano 1678. Parte IV, Lamina XXIII
Pianta di un porticato ellittico
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Il Campanile barocco della Cattedrale di Santa Maria della Pace,
Campagna |
Altri contributi in Matematica di Caramuel riguardano un metodo per la trisezione degli angoli e un proprio sistema di logaritmi.
Studiò un sistema per determinare la longitudine sulla base della posizione della luna e fu uno dei campioni del probabilismo, sistema di teologia morale che poi fu adottato dalla
Compagnia di Gesù (cfr.
Carlo Antonio Casnedi ).
Fu infatti un esponente di spicco del probabilismo e le sue opinioni morali permissive furono criticate da Pascal in "
Lettere provinciali" e si guadagnò, da Sant'Alfonso de' Liquori , il titolo di "
Principe dei lassisti".
Contemporaneamente il suo lavoro matematico incentrato sulla combinatoria ne fa uno dei primi scrittori di probabilità, anche con la ripubblicazione di un lavoro di Huygens "Sui dadi e le spiegazioni utili".
Un probabilismo siffatto Caramuel lo applica pertanto all’agire umano così come all’organizzazione del pensiero, alle relazioni politiche, così come ai sistemi culturali, all’astronomia del tempo, stretta tra osservazioni galileiane e condanne cardinalizie, così come alla musica, arte quadriviale e insieme attenta alle esigenze dei pratici come alla prassi musicale.
Caramuel, grande esponente del probabilismo essenzialmente teologico, visse comunque in un periodo in cui si incominciava a voler parlare di probabilità in termini rigorosi.
Daniele Sabaino offre un'interessante sintesi delle definizioni formali della Probabilità, codificate da Caramuel nella sezione dedicata ai fondamenti speculativi della probabilità in "
Fundamentum XI. De Opinionum Probabilitate", che qui non annovero, nel suo libro "
Un’altra modernità Juan Caramuel Lobkowitz (1606-1682):enciclopedia e probabilismo" al paragrafo "Un tardo manoscritto di Caramuel sulla teoria dell'opinione probabile" lasciando alla curiosità del lettore la ricerca e la lettura a questo
link (da pag. 229)
E sono proprio del periodo in cui Caramuel visse e intrecciò rapporti e frequentazioni a livello europeo, i primi approcci alla teoria della probabilità che si potrebbero definire le pietre miliari nella storia della Teoria della Probabilità.
Dopo le prime idee espresse e pubblicate in epoca precedente da Luca Pacioli (1494 - Pacioli - Summa - Stampata la prima questione sulla probabilità) e da Cardano (1550 - Cardano - Liber de ludo aleae) sono infatti del 1654 gli scambi epistolari tra Pascal e Fermat, nei quali vennero fondati e dimostrati i principi basilari della Teoria della Probabilità e del 1657 il primo libro a stampa sulla probabilità ("De ratiociniis in ludo aleaebasato" sul lavoro di Pascal e Fermat) di Huygens.
Seguirà quindi nel 1662 "Osservazioni sui conti della mortalità" un testo di Graunt, sulla probabilità per gli affari delle assicurazioni che rappresenterà anche l'inizio della statistica matematica.
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Vigevano, pianta della Cattedrale con la facciata curvilinea
progettata da J. Caramuel de Lobkowitz
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Il 1°settembre 1673 Caramuel fu trasferito, con decreto del re di Spagna, cui per successione spettava la nomina dei vescovi di Vigevano, col titolo di arcivescovo, e arrivò nella sede vigevanese il 4 novembre, ricco di esperienza e preceduto da fama di dotto.
Qui ebbe modo di dedicarsi, in ambiente più favorevole alle sue spiccate attitudini, ai vari studi e progetti nati dalla sua sempre fertilissima capacità inventiva anche se, sicuramente, viene ricordato a Vigevano soprattutto per l'ideazione della facciata della Cattedrale antistante la famosa piazza Ducale.
La competenza in architettura già l'aveva dimostrata nelle modifiche apportate ai monasteri cistercensi, nell'edificare le fortezze militari di Germania e d'Ungheria e la sua opera era stata richiesta dallo stesso Alessandro VII per la fontana di piazza San Pietro, che doveva essere simmetrica a quella già costruita sotto il pontificato di Paolo V.
Va ricordata una curiosità legata a quest'opera di Piazza San Pietro, cioè il fatto che Caramuel criticasse aspramente proprio il progetto del Bernini del Colonnato della Piazza.
Comunque il suo studio per la soluzione del problema della facciata della Cattedrale, connesso a quello più generale dell'inquadramento seicentesco della piazza Ducale, non fu certo casuale od imprvvisato, e, anche se l'intuizione può ben dirsi geniale, va rilevato quanto il valore culturale ed architettonico della soluzione precorra tutte le scoperte e la trattazione settecentesca dell' urbanistica barocca.
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Copertina del libro dedicato a J. Caramuel de Lobkowitz
con la Facciata della chiesa di Sant’Ambrogio a Vigevano.
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Ma non è questa la sede per trattare dettagliatamente di questa e altre opere architettoniche che la mente portentosa di Caramuel progettò, come ricordano le parole di Moreri, nel suo "Dizionario", che, scrivendo di Caramuel dice:
"Ideò un'opera sull'architettura del gran tempio di Salomone, di tanta profondità, che se Dio lasciasse perire tutte quante le scienze nell'universo, il solo libro di Caramuel sarebbe sufficiente a farle tutte rinascere".
Chiamato "Magnus" dai contemporanei, Caramuel fu veramente un uomo straordinario, il cui ingegno portentoso e versatile gli permise di riuscire in tutti i settori dello scibile.
Conoscitore di ben ventiquattro lingue, poliglotta-poligrafo, lasciò una produzione bibliografica talmente copiosa e svariata da sbalordire.
Diede alle stampe oltre ottanta opere, alcune di diversi tomi e in successive edizioni, altre quaranta rimasero inedite e altre ancora le stampò col nome di amici e con pseudonimi.
Non vanno tralasciati altri contributi, proprio di questo periodo vigevanese: inventò una lingua universale a segni (alcuni suoi manoscritti sono tutt'oggi non decifrabili ed intelligibili a motivo dei segni grafici usati), escogitò una nuova terminologia per la fìlosofia e la teologia, costruì degli automi (robot), indagò sulla ricerca del moto perpetuo, affrontò e risolse le più ardite questioni teologico/dogmatico/probabilistiche con la squadra ed il compasso.
Fu attivo e lucido fino alla fine dei suoi giorni e, quando la vista non gli permise più nemmeno di leggere e scrivere, ricorse, e solo allora, all'opera di amanuensi, dettando contemporaneamente a più di uno e su diversi argomenti, fino al vespro del 7 settembre 1682 quando spirò, colpito da apoplessia. Aveva settantasei anni, e il 10 successivo fu sepolto proprio in quel Duomo che mirabilmente aveva progettato.
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Facciata della Cattedrale di Santa Mria della Pace
Campagna |
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Cattedrale di Santa Maria della Pace, costruita in piena peste del 600, su due antiche Chiese
si impinro medievale, ubicate sulla sponda desra del fiume Tenza (la Chiesa dei Morti
e di Santa Maria del Soccorso-1200) |
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Cattedrale di Campagna - Visione notturna |
Note
¹ La "Metametrica" di Juan Caramuel Lobkowitz del 1663 costituisce non solo il più clamoroso documento di poesia figurata in Italia, ma anche la fonte più ricca di notizie sui poeti iconici italiani. Il termine di metametrica è stato introdotto da Caramuel, per indicare che la sua metrica supera quella tradizionale: la metametrica è infatti un’ “arte che, fondata sulla matematica, deve identificare schemi prosodici e ritmi astratti, i quali, una volta rivestiti di parole, possono moltiplicarsi in una quantità enorme di versi concreti”
Fonti
From the book
Juan Caramuel: Probabilismo ed Enciclopedia di Dino Pastine - Feltrinelli
Juan Caramuel Lobkowitz (1606-1682): enciclopedia e probabilismo a cura di Daniele Sabaino e Paolo C. Pissavino - Edizioni ETS
From website
http://www-groups.dcs.st-and.ac.uk/~history/Biographies/Caramuel.html
https://www.academia.edu/2353870/Kabbalah_and_Conversion_Caramuel_and_Ciantes_on_Kabbalah_as_a_Means_for_the_Conversion_of_the_Jews
https://www.academia.edu/6492360/Ramificazioni_dell_encyclopaedia_Caramuel_Kircher_e_l_ars_combinatoria_nella_composizione_musicale
From the pictures
https://www.academia.edu/12399345/A._De_Rosa_GLI_OBLIQUI_SENTIERI_DELL_ILLUSIONE_ARCHITETTONICA_in_G._DAcunto_A._De_Rosa_2002_._La_vertigine_dello_sguardo._Tre_saggi_sulla_Rappresentazione_Anamorfica._pp._227-259_284-291_VENEZIA_Ed._Cafoscarina_ISBN_9788888613314