Progetto "Chiena"-Arte Pubblica in Italia dal 1982-85, nel recupero e nella trasformazione della Chiena del fiume Tenza, da utilizzo sociale ad opera d’arte, le cui acque vengono deviate, nel centro storico della Città di Campagna. Da un'idea progettuale di Angelo Riviello. Organizzata da SPAZIO UTOPIA CONTEMPORARY ART: Associazione Culturale no profit. N.B. Si diffidano gli imitatori. Ai giornalisti si chiede, di citare le fonti di informazione, per rispetto intellettuale
lunedì 21 dicembre 2020
I LOVE YOU - AUGURI
sabato 24 ottobre 2020
Gina Pane e la Body Art
Da McArte
l'AltrArteBlog. Quattro passi nell'Arte Contemporanea e Classica
Gina Pane, la vera madre della performance artistica
In molti pensano che la “madre” della performance artistica sia Marina Abramovic, ma si sbagliano. Se tra gli artisti che si contendono il titolo di “padre” della performance ci sono Bruce Nauman, Yves Klein, Joseph Beuys, Vito Acconci e Hermann Nitsch, tra le artiste che ambiscono al titolo di “madre” di questa moderna concezione artistica, ci sono Carolee Schneemann (1939-2019) e Gina Pane (1939-1990) prima ancora di Marina Abramovic che in realtà si è autodefinita tale.
Gina Pane è stata una artista di padre italiano e madre austriaca nata in Francia e cresciuta a Torino, un dato non trascurabile visto che la sua formazione personale contribuirà molto alla visione dell’Arte in quanto intrisa di una simbologia religiosa e riferimenti a mostri sacri del Rinascimento.
Studia Arte a Parigi, all’Académie des Beaux Arts fino al 1966 e insegnerà all’Ecole des Beaux-arts di Le Mans dal 1975 al 1990.
Dopo una serie di dipinti geometrici e sculture, nel 1968 inizia il suo percorso di performer e già nel 1973 si esibisce in una delle performance che resterà tra le più famose e la consacrerà una delle regine della Body Art: “Azione Sentimentale”.
A Milano, presso la Galleria Diagramma di Luciano Inga Pin, la Pane si presenta vestita di candido bianco, con un buchet di rose da cui toglierà le spine e se le conficcherà nel braccio fino al sanguinamento, nel tentativo di simboleggiare il sacrificio della sposa.
Da allora la performance che vede protagonista il suo corpo sarà il suo elemento imprescindibile per molto tempo, rendendola protagonista di una concezione autolesionista, in cui il corpo è mezzo per esternare dolore, donare le sue lacerazioni agli altri, in una sorta di estensione di sé, di regalo di pezzi della sua esistenza alla comunità. La concezione del corpo quale dono, del sacrificio e del dolore quali simboli di amore verso il prossimo è ovviamente retaggio di una forte tradizione religiosa che nonostante le nuove inclinazioni di pensiero del tempo, resta sempre presente nell’opera di Gina Pane, come la sua concezione della femminilità, espressa nell’atto del donarsi, nonostante avrà relazioni omosessuali. L’artista si offre, aprendo la sua pelle, offre il suo sangue come un nuovo Cristo, offre il flagello del suo corpo quale nuovo sacrificio all’umanità. Una operazione al limite della blasfemia di cui ancora non tutti comprendono il significato che si rifà certo alla tradizione cattolica, ma soprattutto al suo opposto, in quanto è in questo caso una donna a sostituirsi al figlio di Dio. Lo stesso suo cognome “Pane” ricorda la simbologia religiosa del Cristo, quale corpo che si fa cibo, quale cibo che viene spezzato e dato in dono assieme al sangue che si fa vino nei riti cattolici.
Nelle prossime sue performance, Gina Pane si presenterà sempre attraverso il dolore sanguinolento del suo corpo, con ferite autoinflitte in varie parti, con significati sempre diversi, si paragonerà ai santi, ai martiri, non per un bisogno di autolesionismo ma cosciente che il dolore sia un mezzo per saziare la sete dell’umanità, una possibilità di riscaldare le esistenze di cui ancora non si è trovato un sostituto.
Gina Pane si taglierà, con lamette che prima avrà provato su fogli di carta davanti al pubblico, lacererà la sua pelle, il suo labbro, mescolerà il suo sangue a latte, taglierà le sue palpebre e poi le benderà in modo da apparire come se lacrimasse sangue, taglierà un suo orecchio quale omaggio a Van Gogh.
“……Se apro il mio corpo affinché possiate guardarci il mio sangue, è per amore vostro: l’Altro.…..”
Gina Pane
La personalità di Gina Pane si farà spazio attraverso il dolore sempre autoinflitto, quale mezzo di comunicazione e soprattutto dono verso il prossimo. Fino a che abbandonerà il corpo quale mezzo espressivo nel 1981. Da questa data inizierà un nuovo ciclo di immagini e sculture in cui saranno presenti personaggi mistici, santi, martiri, e riferimenti a artisti del passato come Paolo uccello, Filippo Lippi. La sua concezione di una donazione di se stessa attraverso il martirio della propria carne sarà sempre presente ma in senso figurato fino a quando morirà prematuramente.
Atemporale, l’Arte di Gina Pane si discosta di molto da quella di Marina Abramovic, che è invece spesso inquadrata nel suo presente e probabilmente per questo ha portato la fama della performance d’Arte a un livello altissimo. Gina Pane invece si muove su valori esistenziali, metafisici, mistici, in cui talvolta entrano anche tematiche al tempo attuali, ma tendenzialmente è interessata al lato spirituale di un’esistenza non contestualizzata e resta comunque legata alle sue radici, ai valori che gli sono stati inculcati anche quando li ridiscute, li analizza, li sovverte. L’evolversi della figura femminile si fa spazio nelle tematiche di Gina Pane e inizia a creare una nuova possibilità di ridisegnare il suo ruolo sociale ma nonostante questo, il donarsi per lei è ancora sacrificio, l’offrirsi è dolore, l’estasi si ottiene per Gina Pane solo in questo modo. Siamo nel pieno della rivoluzione dei costumi sociali, negli anni ’70, ma l’offerta di sé agli altri quale libera dai sensi di colpa e gioiosa che sarà ovvia negli anni ’90, è ancora per Gina Pane impensabile.
P.S. A proposito del libro di Lea Vergine "Il Linguaggio del Corpo (la Body Art e storie simili") di Giampaolo Prearo Editore, del 1974, da ebay (doive risulta in vendita), si può leggere la descrizione del libro (quanti bei nomi, anche se nell'elenco panoramico, ma sommario, mancano altri nomi importanti di quei magici anni 70, tra i viventi e artisti che ci hanno salutato, anche prematuramente. Per esmpio, manca Carolee Schenemann, Charlotte Moorman, la stessa Marina Abramovic, e altri come Gino De Dominicis, Sergio Lombardo, Luciano Fabro, Tullio Catalano, Franco Falasca, Roberto Comini,Giulio Paolini, Brigata Es, il gruppo dei salernitani con Pietro Lista, Ugo Marano, Carmine Limatola (Ableo), Franco Longo, Sergio Vecchio, Nino Tommaso Durante, ecc.,
DESCRIZIONE (Parlando anche delle convergenze):
https://mcarte.altervista.org/gina-pane-la-vera-madre-della-performance-artistica/
https://it.wikipedia.org/wiki/Body_art#Bibliografia
mercoledì 21 ottobre 2020
Morta Lea Vergine, un giorno dopo il marito Enzo Mari
Morta Lea Vergine, un giorno dopo il marito Enzo Mari
Curatrice e critica d'arte, aveva 82 anni
martedì 13 ottobre 2020
Vito Sersale
Vito Sersale
Vito Sersale,
nato a Campagna (SA). Negli anni 60, dopo aver frequentato l’Istituto
Magistrale “Teresa Confalonieri", con l'intera famiglia, si trasferisce a Milano. Si iscrive al corso
di nudo all’Accademia di Belle Arti di Brera e al Corso di Grafica all’Istituto
Umanitaria. Inizia l’avventura artistica con riferimento nell’aria dell’Impressionismo. Le sue opere sono caratterizzate, da
atmosfere silenti e nel contempo oniriche.
Negli anni
80 inizia la sperimentazione di nuove tecnologie. Prima di tutte il laser, fondando
insieme ad altri due artisti il gruppo “METALASER”.
Negli anni precedenti, la riflessione teorica, mette in evidenza la dinamica
della materia dove il colore diventa protagonista.
Espone dal
1968. Ha tenuto mostre e installazioni personali, ed ha partecipato a
collettive in Italia e all’estero. Nel 1985, fece parte del primo nucleo
storico degli artisti che aderirono al “Progetto
Chiena”, da un’idea progettuale di Angelo Riviello. In seguito, nel 1997, è tra gli artisti e curatori della Rassegna "Le Porte dell'Arte - Incontri Internazionali d'Arte Contemporanea", tenuta a Campagna (SA). Nel 1998, aderì al
Nuovo Costruttivismo Manifesto I-V di Sergio Dangelo.
Vito Sersale, ci ha lasciato prematuramenmte, all'età di 67 anni, oltre 10 anni fa, a Bresso (MI).
Sue opere
figurano in collezioni private e pubbliche, tra cui la “Galleria d'Arte Santa Barbara” di Milano, il “Museo MAGA “ di Gallarate (VA), e il “Museo Padre di Etno-Antropologia e d’Arte
Contemporanea (Museo della Chiena- MEAAC)” di Campagna (SA).
Dalla presentazione della "Galleria d'Arte Santa Barbara" di Milano:
Vito Sersale
nato a Campagna (Salerno). Dopo aver frequentato l'istituto magistrale si
trasferisce a Milano, si iscrive al corso di nudo all'Accademia di
Brera e al corso di grafica all'istituto Umanitaria.
Inizia l'avventura artistica con riferimento
nell'aria dell'impressionismo: Opere perverse da atmosfere silenti e nel
contempo oniriche. Negli anni 80 inizia la sperimentazione di
nuove tecnologie, prima di tutte il laser, fonda insieme ad altri due artisti
il gruppo ricerche visive "Metalaser". Negli anno precedenti, la
riflessione teorica, mette in evidenza la dinamica della materia dove il
colore diventa protagonista. Espone dal 1968, ha tenuto mostre e
installazioni personali ed ha partecipato a collettive in tutta Italia e
all'estero.
https://utopiacontemporaryart.blogspot.com/2017/02/progetto-chiena-storicizzazione.html
http://www.lombardiabeniculturali.it/opere-arte/schede/A0010-00030/
file:///C:/Users/Utente/Pictures/Vito%20Sersale/OARL_A0010-00030.pdf
NOTA AI MARGINI
venerdì 9 ottobre 2020
Cinque artisti e un poeta per Ugo Marano. A Salerno
"La casa dell’angelo – 5 artisti per Ugo Marano"
Cinque artisti e un poeta per Ugo Marano. A Salerno
LA MOSTRA A CAPRIGLIA
Ambientato nelle ex cisterne – negli ambienti ipogei dell’ex eremo –, il progetto di Troisi è, dal canto suo, un ambiente dove è lo spettatore, con i suoi passi, a innescare l’opera, a far vibrare una impiantito in grata metallica da cui alcuni pendenti ciondolano, toccano il pelo dell’acqua dove si formano cerchi concentrici che, grazie a un misurato effetto di luce, si dilata nello spazio come un’ombra soffiata, per estendersi e sussurrare poeticamente lungo le pareti ricurve dell’ambiente. La mostra in sé è molto ben articolata, e il percorso offre, accanto ad altre opere di questi artisti, i lavori magici di Paolo Bini che in occasione dell’opening ha progettato una performance pittorica (Il mare in tondo, 2020) di grande eleganza, di Christian Leperino (sua è soltanto un’installazione all’aperto un po’ barocca) e di un più agostato Antonio Buonfiglio che ha realizzato due tele e una scultura per ricordare un amico scomparso troppo presto. Non dimentichiamo che Ugo Marano (1943-2011), a cui è appunto dedicata questa mostra “artista-radical-concettuale-utopico”, così amava definirsi, è quello degli Arrugginibili, dei Piatti sonori, dei legni di San Matteo, dei mobili che Dorfles ha chiamato mitici (tra questi Il Mobile povero o napoletano) e, tra le tante altre cose, quello della Casa dell’angelo (opera del 1984 da cui viene il titolo di questa elegante mostra), dei Vasi misteriosi o delle indimenticabili Signore sedie: “fantastiche, ironiche, affettuose”, ha apostrofato Filiberto Menna nel recensire l’omonima mostra alla Bottegaccia di Salerno (20/5/1984).
INFORMAZIONI
- Luogo: COMPLESSO MONUMENTALE DELLO SPIRITO SANTO
- Indirizzo: 84080 Capriglia - Pellezzano - Campania
- Quando: dal 11/09/2020 - al 11/10/2020
- Vernissage: 11/09/2020 ore 18,30 su invito
- Curatori: Marco Alfano
- Generi: design
- Orari: INAUGURAZIONE SU INVITO 11 SETTEMBRE 2020 ORE 18.30 APERTURA AL PUBBLICO SABATO 12 SETTEMBRE 2020 ORE 17 dal giovedì alla domenica, dalle ore 17 alle 22 Ingresso libero Per gli eventi prenotazione obbligatoria
mercoledì 16 settembre 2020
GILLO DORFLES - LA SUA PAESTUM
giovedì 10 settembre 2020
"Angelo Riviello Moscato & Filippo Bruno Nolano" - Work in Progress 1992-96-2003
Angelo Riviello
"Ridisegnando Bruno - Esprit de Geometrie Hérétique"
1992/96/2003
Incisione con punteruolo su 5 lastre di ardesia, 100x100x2 cm.
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https://angelo-riviello.blogspot.com/2010/09/angelo-riviello-moscato-filippo-bruno.html
Anni 80/90/2000 - "Angelo Riviello Moscato & Giulio Cesare Capaccio" - work in progress dal 1986
https://angelo-riviello.blogspot.com/2010/09/angelo-riviello-moscato-giulio-cesare.html
In cantiere: "Angelo Riviello Moscato & Giulio Pippi Romano", work in progress dal 2002/2003
rome ar tweek.artisti
- http://angelo-riviello.blogspot.com/
- http://artco.blogosfere.it/
- http://artforum.com/
- http://coarco.art.free.fr/
- http://galeriedutableau.free.fr/
- http://muzeulflorean.mm.ro/florean_museum/film.php?y=2007&id=400
- http://nightitalia.files.wordpress.com/2008/12/nightitalia-1.pdf
- http://www.1fmediaproject.net/
- http://www.amnesiacarts.com/
- http://www.annarumma.net/
- http://www.artapartofculture.net/
- http://www.arteriamatera.it/
- http://www.artpress.fr/
- http://www.artragallery.com/
- http://www.berlinerpool.de/
- http://www.careof.org/IT/index.html
- http://www.casoriacontemporaryartmuseum.com/
- http://www.dariocarmentano.com/
- http://www.detroitmona.com/
- http://www.emergencyrooms.org/criticalrun/films.html
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- http://www.project59.org/59seconds/
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- rome ar tweek.artisti
- www.sergiolombardo.it