Da Artribune
Un atlante per Napoli
La casa editrice Electa ha pubblicato un atlante che ripercorre un cinquantennio di arte contemporanea in territorio partenopeo. Rivelandosi un azzeccato punto di partenza per mappare un’area e un’epoca dense di sfumature.
Vincenzo Trione (a cura di) ‒ Atlante dell’Arte Contemporanea a Napoli e in Campania 1966 2016 (Electa, 2017)
La pubblicazione di un nuovo libro sulla storia artistica di una città irrequieta e generosa come Napoli, “cervello d’Italia” a detta di Gillo Dorfles, è un ulteriore traguardo di storicizzazione e catalogazione dell’arte odierna che lascia sperare, che avanza ipotesi su un futuro luminoso.
Nato da uno studio approfondito e stabile che il Dipartimento di ricerca del Madre, coordinato da Vincenzo Trione e formato da un team di valorosi studiosi (Olga Scotto di Vettimo, Alessandra Troncone, Loredana Troise), ha avviato, sin dal 2013, anno in cui è stato nominato direttore generale del museo Andrea Viliani, l’Atlante dell’Arte Contemporanea a Napoli e in Campania 1966-2016 (edito da Electa) disegna brillantemente i punti cardinali di un’atmosfera preziosa, di un territorio artisticamente e teoricamente munifico.
Predecessori illustri di questo articolato volume che mira a rubricare dati e date, Napoli ad Arte 1985-2000 (1999) e Napoli. Un racconto d’arte 1954/2000 (2002) di Angelo Trimarco sono, assieme a Napoli presente. Posizioni e prospettive dell’arte contemporanea, catalogo della mostra organizzata (dal 26 novembre 2005 al 26 febbraio 2006) dall’allora direttore Lóránd Hegyi al PAN – Palazzo delle Arti di Napoli, triumvirato imprescindibile per chi ha voglia di comprendere le gioie e i dolori di un territorio unico.
Tuttavia l’Atlante, che va a creare oggi un quadrato riflessivo con questi tre volumi – quasi introvabili, se non in qualche sparuta libreria di provincia –, annovera al suo interno una mappatura prodigiosa di nomi, di luoghi, di occasioni, di immagini e di riviste che da Napoli si schiudono verso il dibattito internazionale.
Nato da uno studio approfondito e stabile che il Dipartimento di ricerca del Madre, coordinato da Vincenzo Trione e formato da un team di valorosi studiosi (Olga Scotto di Vettimo, Alessandra Troncone, Loredana Troise), ha avviato, sin dal 2013, anno in cui è stato nominato direttore generale del museo Andrea Viliani, l’Atlante dell’Arte Contemporanea a Napoli e in Campania 1966-2016 (edito da Electa) disegna brillantemente i punti cardinali di un’atmosfera preziosa, di un territorio artisticamente e teoricamente munifico.
Predecessori illustri di questo articolato volume che mira a rubricare dati e date, Napoli ad Arte 1985-2000 (1999) e Napoli. Un racconto d’arte 1954/2000 (2002) di Angelo Trimarco sono, assieme a Napoli presente. Posizioni e prospettive dell’arte contemporanea, catalogo della mostra organizzata (dal 26 novembre 2005 al 26 febbraio 2006) dall’allora direttore Lóránd Hegyi al PAN – Palazzo delle Arti di Napoli, triumvirato imprescindibile per chi ha voglia di comprendere le gioie e i dolori di un territorio unico.
Tuttavia l’Atlante, che va a creare oggi un quadrato riflessivo con questi tre volumi – quasi introvabili, se non in qualche sparuta libreria di provincia –, annovera al suo interno una mappatura prodigiosa di nomi, di luoghi, di occasioni, di immagini e di riviste che da Napoli si schiudono verso il dibattito internazionale.
“Certo però che su questo raffinato Atlante, da conservare e da consultare all’occorrenza, un po’ di polemiche non sono mancate”.
Accanto alle sezioni più strettamente critiche e filologiche che tracciano un percorso puntuale sugli Artisti, sulle Gallerie, associazioni e spazi indipendenti, sulle Istituzioni pubbliche e fondazioni, sulle Mostre (sfilano, ad esempio, Annali delle Arti, Le costanti nell’arte, Resistenze, Sistema Binario), la parte conclusiva, Album: immagini di una storia, “propone una narrazione visiva di alcuni tra i principali eventi espositivi che hanno scandito le vicende dell’arte a Napoli e in Campania tra il 1966 e il 2016”. In questo capitolo rilassante e piacevole, tra le foto, di tanto in tanto, alcuni testi di importanti scrittori del calibro di Dostoevskij, Manganelli o Sanguineti si presentano allo sguardo del lettore – come intervalli radiosi – per offrirgli una pausa riflessiva. Tra questi ce n’è uno di Curzio Malaparte, tratto dal suo dolorosissimo libro del 1959, La pelle, dove Napoli è definita “un mondo”: “Napoli è la più misteriosa città d’Europa, è la sola città del mondo antico che non sia perita […]. Napoli è una Pompei che non è mai sepolta. Non è una città: è un mondo. Il mondo antico, precristiano, rimasto intatto alla superficie del mondo antico. Non potete capire Napoli, non capirete mai Napoli”.
QUALCHE POLEMICA
Certo, su questo raffinato Atlante, da conservare e da consultare all’occorrenza, un po’ di polemiche non sono mancate: in particolare naturalmente da parte di alcuni artisti che sono andati alla ricerca del proprio nome senza trovarlo. In molti non hanno mostrato attenzione, però, a una primissima parte del volume dove, accanto a Cantiere Napoli, saggio di Trione che fa da viatico all’intero disegno, e a una pagina Sul metodo, è presente, a pagina 43, un paragrafo importante (Sui criteri), che non solo spiega l’ossatura del progetto, ma avvisa anche che si tratta del punto di partenza – ecco una positura degna di nota, nonché sintomo di serietà – di un costante aggiornamento: “l’Atlante”, e questo (ribadiamolo) è davvero un grande punto a suo favore, “esce anche in versione ebook, periodicamente aggiornato” da un “Dipartimento di ricerca” che lavora.
‒ Antonello Tolve
Vincenzo Trione (a cura di) ‒ Atlante dell’Arte Contemporanea a Napoli e in Campania 1966-201
Electa, Milano 2017
Pagg. 1088, € 120
ISBN 978889181084
Se Arte in Campania deve essere, che arte sia: una situazione negli anni 80 dopo sisma - Progetto "Chiena" - luogo Campagna (Salerno) -