"Caro Donato.
Ti scrivo solo adesso...dopo che l'amico D'Avossa, da Milano, mi inviò un sms, nel darmi la notizia, a distanza di un mese (parlandoci poi al telefono)...In piena attività della solita confusione estiva, tra sospesi, recuperi e rivendicazioni...Non potevo e non volevo crederci... Siamo tutti appesi ad un filo.
Pensando a te in questi giorni, mi piace ricordarti così, come ritratto in questa foto (della Chiena 30°), scattata in un angolo del convento di San Bartolomeo a Campagna (la "Civitas"), che fu di Giordano Bruno (un luogo che tu hai amato quanto me, e forse più di me), in una sera d'estate, e in piena attività umana e artistica, mentre discutevi serenamente con altri amici, facendo notte fonda, tra l'aleggiare di un venticello leggero che accarezzava i nostri volti. Sei stato tra quelli che hanno sempre stimolato un dibattito (unitamente a Sandro, Patrizia, Gutte, Giovannastella, Nicola...di cui sei stato, per me, una guida di riferimento, in quel mese di fermenti...e poi in quella situazione, portasti anche Alan e Franca, due altri cari amici, conosciuti in una Positano folle e creativa degli anni 70, a cui parteciparono, su invito, tanti bravi artisti, provenienti da ogni parte d'Italia, in quel "residence-laboratorio", atipico, in gran parte autogestito, "occupando l'ex convento", che ha lasciato il segno, sul territorio, e nelle coscienze dei cittadini accorti, soprattutto del Quartiere di San Bartolomeo, complici ed ospitali)...
Dopo la nostra conoscenza, in modo disteso, in una Positano fantastica degli anni 70, ci siamo rivisti con gioia nel 1985, nella città "invisibile" (Campagna), dopo la tragica scossa del sisma del 1980 (con l'anniversario che ricorre oggi, 23 novembre alle ore 19,45), uniti nel condividere un progetto a cui ti invitai, che è stata la salvaguardia e il recupero della Chiena del fiume Tenza, trasformata in Opera d'Arte a più mani. Una situazione, che inserita in quel contesto nazionale degli anni 80, dove vigeva l'humus di un mercato dell'arte, con il suo "ritorno all'ordine", è stata un'azione forte e coraggiosa, contro-tendenza, che ancora aspetta di essere riconosciuta, in quei siti, dove si decide cos'è e cosa non è "arte"...Come anche dall'istituzione locale (e me ne vergogno)...
Mentre a Napoli, dopo il sisma del 1980, ci furono i "mostri sacri" con "Terrae Motus", seguimmo noi giovani e giovanissimi (a soli 80 km di distanza), con modestia, e con pochi mezzi a disposizione, a dare conferma, in modo convinto e determinato, dicendo che in Arte, non può esistere "Avanguardia senza Tradizione"...nel coniugare, attraverso l'arte e la cultura del presente, la parola "ACQUA"...e soprattutto nella ricostruzione, ai tempi già iniziata.
Altri amici ci hanno salutato, in questi anni, da Genova, Antonio Porcelli, da Milano, Vito Sersale, dalla stessa mia città, Pompeo Ganelli, Angelo Giordano, Lino Iuorio, Nino Aiello, Giuseppe e Arturo Busillo, e per ultimo da Potenza, il caro amico Arcangelo Moles, un altro grande, tra quegli artisti che hanno dato un contributo determinante al nostro progetto "acqua"...E intanto ho perso anche mia madre, che era l'unica in famiglia che si preoccupava e mi sopportava, in quegli impegni estivi senza tregua, che richiedevano sempre uno sforzo fuori dall'ordinario, per mantenere vivo quel progetto, legato anche alla nascita del Museo-Laboratorio nell'ex Convento, a cui tu ci tenevi tanto, quanto me e tutti gli altri. Un Museo, che oggi si chiama "Luogo della Memoria"...Un luogo dalla memoria incompleta, perché manca ancora la "nostra presenza" (con le nostre idee).
Caro Donato, tu (promotore di tante iniziative), resterai, come altri, uno dei pilastri-protagonisti, che ha lasciato come amico e come uomo, e soprattutto come artista, un segno, nella nostra umile e dignitosa storia, legata alla deviazione delle acque del fiume Tenza: 'A CHIENA, recentemente riconosciuta, nel 2014, dal MiBac, come un evento di straordinaria bellezza (a distanza di 29 anni, da quella sera...al convento, in cui si dibatteva)...Ma a questo appuntamento del Mibac, manca ancora l'arte, malgrado l'esistenza del Libro/Catalogo che documenta tutta quell'operazione...Per questo che l'estate scorsa, abbiamo ricordato ai più, il trentennale del recupero e della trasformazione dell'evento fluviale (andato in disuso negli anni 70, con la scomparsa della cultura contadina), da nettezza urbana ad opera d'arte, grazie anche a te...Non ci fermeremo..andremo avanti, nel limite delle nostre forze e possibilità...per togliere dalla polvere, e riportare alla luce tutte quelle opere meravigliose, realizzate in sito in quegli anni, che ancora giacciono, in attesa, nell'ombra... (De Umbris Idearum)...
Dopo l'ultima volta, che ci siamo rivisti, a Dolcedo, unitamente all'amico d'Avossa (quando ho soggiornato per l'ultima volta a Milano), il desiderio di rivederti è stato sempre forte...Ma, per i soliti motivi contigenti, non è stato possibile...
Un caro abbraccio...PER SEMPRE!!!"