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Il compianto Emilio D'Amato, autore non citato della foto in basso a sinistra |
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Emilio D'Amato, autore non citato della foto (part. del depliant). Il massimo
che hanno saputo mettere (i tre storici del Rotary Club): FONTANA...e l'autore? |
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La definizione della 'Chiena' (part.ingrandito), le stesse parole tratte dal testo di Angelo Riviello
senza citare la fonte, unitamente ai nomi di Mario Onesti e del compianto Raffaele D'Ambrosio |
Volantino pubblico rivolto al Rotary Club distretto 2100 - Campagna Valle del Sele
LA CHIENA
L’ACQUA E’ VITA E GIOIA
Tutto è ricominciato con il ROTARY CLUB Distretto 2100 – Valle del Sele, nella data del 26 giugno c.a. quando sul depliant, a seguito di una Ricerca documentaria (lunga e faticosa?) a cura di un team di tre “storici” (sic!), con la collaborazione dell’Archivio di Stato di Salerno, è apparsa la dicitura testuale:
La Chiena
“La chiena, nel passato, era un modo economico e naturale per pulire le vie della città.Un banditore, incaricato dal sindaco, avvertiva la popolazione di ogni rione. La delibera storica che ufficializzava la chiena risale al 1889, anno nel quale fu restaurato il canale che captava le acque del fiume Tenza e rifatta la pavimentazione del Corso Umberto per far affluire più velocemente l’acqua”.
Dal sito del Comune di Campagna (la maggiore fonte di informazione dei tre storici) a firma di Angelo Riviello (Moscato) anno 2004 si legge: http://www.comune.campagna.sa.it/
Lo stesso si legge su un’altra fonte di informazione, dal blog dell’Associozione Utopia, dall’anno 2010:
“La Chiena…era un mezzo economico, naturale ed ecologico per pulire il corso principale della città: il salotto dei campagnesi. Si affiggeva un’ordinanza amministrativa, in cui il sindaco ordinava e avvisava la cittadinanza della pulizia del corso. La delibera storica che ufficializzava la Chiena (di antica origine imprecisata), è del 1889 (come rilevato da una ricerca di Mario Onesti, da un libro di Storia locale di Raffaele D’Ambrosio). Al tempo stesso, il sindaco dava incarico al banditore di avvisare ulteriormente tutto il resto della popolazione sita nei numerosi quartieri alti e bassi, del centro storico e antico della città. In quel 1889, fu restaurato il canale che captava le acque del fiume Tenza e finanche la pavimentazione del corso Umberto, per meglio far scivolare l’acqua, su progetto dell’ingegnere Antonino Pastore…”
P.S. dimenticando di citare i nomi di Mario Onesti, che riportò la notizia sul suo blog e del compianto Raffaele D’Ambriosio, nel suo libro di storia di Campagna, aggiornato sulla Chiena e la sua prima delibera ufficiale (1889) e il nome di Emilio D’Amato, autore di una delle due foto risalenti agli anni 60 (la Fontana di fronte alla caserma dei Carabinieri).
Morale della favola:
L’Acqua sarebbe ancora più Vita e Gioia, se si riconoscesse la Fonte (guarda caso, che bel nome: la FONTE) delle notizie prese! In Germania un ministro si è dimesso perché accusato di PLAGIO, per una tesi giovanile dove non aveva riportato le fonti bibliografiche. In Italia e a Campagna, da una falsa cultura di sinistra ad una falsa cultura di destra, in queste continue OMISSIONI e PLAGIO, nelle istituzioni e associazioni varie,
NON SI DIMETTE MAI NESSUNO!!!
NOI VI ACCUSIAMO DI PLAGIO!!!
Associazione Utopia
con la maggioranza dei soci fondatori
dell’Associazione Giordano Bruno
Volantino pubblico dedicato alla minoranza dei soci dell'Associazione "Giordano Bruno"
All’Associazione Giordano Bruno va fatto un elogio, che in un deserto culturale istituzionale
è riuscita, dopo gli ultimi 16 anni di silenzio (dal 1995 ad oggi), a proporre, un’installazione sonora ad opera di un compositore contemporaneo, dimenticando però, in questa operazione, di citare un’altra fonte inerente ad un’idea progettuale del PROMOTORE dell’associazione stessa. Un’idea progettuale che, dal 2006, fa parte degli obiettivi dell’Associazione Utopia (con il consenso del direttore artistico promotore nel 1988 dell’Associazione G. Bruno), la quale non è stata minimamente contattata, per dettare e concordare una linea comune. Eppure il presidente ha teso la mano più volte, ma a quanto pare senza risultati concreti, se non nella notte catartica di un anno fa, senza contattare nemmeno la maggioranza degli altri soci fondatori di quell’anno 1988, quando di tasca propria pagarono il notaio dott.ssa Gammaldi per l’Atto Costitutivo di Associazione. Soci, di cui una parte consistente, ancora attende un atto di responsabilità, nel far luce su alcuni aspetti “oscuri” (dal 1994), ancora oggi rimasti senza risposte, che non pochi danni, morali e materiali, individuali e collettivi, hanno arrecato alla comunità, alla persona e all’immagine stessa dell’Associazione Giordano Bruno e dei suoi componenti. Un’associazione che va rinnovata e ristrutturata radicalmente, nell’immagine e nella strategia, dagli stessi soci fondatori, per renderla più aperta alla partecipazione esterna di altri cittadini (motivati, si spera, soprattutto giovani, per dare nuova linfa agli obiettivi preposti), perché non è possibile che nella presidenza siede ancora una persona (anche se di tutto rispetto), da ben 16 anni, e cioè dall’anno 1995.
con la maggioranza dei soci fondatori
dell’Associazione Giordano Bruno