Luigi Scannapieco (detto Gino, per gli amici e per gli artisti che lo hanno conosciuto)
A distanza di 5 giorni dall'ultimo saluto dato al caro Gino, per ricordarlo, abbiamo creato una pagina sul blog di Utopia (l'associazione, di cui era uno dei soci fondatori e sostenitori, fino a 20 giorni fa, nata nel 2006, anche per recuperare l'appartenenza di un'idea progettuale inerente alla nuova chiena, ai fini di un riconoscimento dalle istituzioni locali, invitandole a "fare memoria")...
Cronaca di un incidente ai tempi inoltrati del covid-19
Dal profilo di Angelo Riviello Moscatlo - Commento a caldo da fb in data 21 gennaio alle ore 14:36
Non auguro a nessuno (di questi tempi), di essere ricoverato in uno dei nostri ospedali di provincia, dove si parla solo di covid. Sono molto preoccupato per le sorti di un amico, vicino di casa (da una vita, nei rapporti di stima e di affetto, con tutta la famiglia, ma che ormai dopo la dipartita dei suoi genitori, da disabile ipovedente, viveva da solo da alcuni anni), che circa una settimana fa, ha avuto un improvviso malore in casa, di sera tardi, in pieno coprifuoco, prima di andare a letto (in genere rientrava tra le ore 21/21.30), dopo la solita passeggiata serale, in Piazza Guerriero, e quattro chiacchiere tra gli amici "in maschera", per non perdere quel minimo di socialità nel sentirsi "vivi", lui, amante della barzellette, per mantenere un buon umore.
Lo hanno
trovato il giorno dopo, in pigiama, vicino alla porta d'ingresso, per terra
(notando tra l'altro che il letto era ancora intatto), dalla quale, forse,
voleva uscire per chiedere aiuto ai vicini, e quindi si presume che sia stato
per tutta una notte, dalle ore intorno alle 22.30/23, in uno stato di
semincoscienza, o del tutto svenuto in quelle condizioni, fino al giorno dopo
verso le ore 10.30/11 (un orario in cui con un suo cugino-amico, aveva
appuntamento quasi tutte le mattine nei dintorni di un parcheggio, e non lo
vedeva arrivare, e non rispondeva al telefono) quando hanno dovuto rompere i
vetri di una finestra per poter entrare in casa, dal retro dell'abitazione. L'ambulanza,
subito chiamata nel soccorso, è arrivata dopo un'ora. Troppo, considerando le
distanze con Eboli, e altre località vicine.
Chi era Gino?
Gino (il
nome del nostro caro amico, ed è stato scritto nella storia, in attesa di
pubblicarne un libro, e di organizzare un convegno), per la cronaca locale, da
ipovedente (per chi non lo sa, o per chi ha "dimenticato"), per
paradosso, ha fatto da guida ai tanti artisti venuti da ogni parte d'Italia, e
del mondo, invitati dal sottoscritto, e dagli altri curatori di turno,
accompagnandoli, da Largo Sant'Antonio (ingresso della città, dove si fissavano
gli appuntamenti), al Museo di San Bartolomeo (un tragitto non facile, per un
"non vedente", a piedi o in auto) , per dare un loro contributo
creativo, in occasione del recupero e della trasformazione della Chiena, in
Opera d'Arte e Spettacolo, dal 1985, al 1994...allacciando anche rapporti di
amicizia con alcuni di loro, che ancora oggi sono coltivati, e vivi nella
memoria. Tutte le volte che lo sentivo arrivare con gli ospiti, entrando nel
Convento, e mi chiamava, per avvisarmi, per me, coordinatore artistico
responsabile, era sempre una bella sorpresa. Lasciavo tutto, e dal primo piano
scendevo giù ad accoglierli. Un ruolo, il suo, che ha sempre svolto egregiamente,
allegramente, con umiltà, con passione e puntualità.
Siamo in
ansia per lui. Con le notizie giornaliere che ci arrivano, attraverso i
fratelli (anch'essi amici), i nipoti, e il suo cugino-amico, sappiamo solo, che
si trova, dopo l'operazione, in sala di rianimazione, in condizioni
stazionarie.
Auguriamo a Gino, una pronta guarigione, e di rivederlo al più presto attivo tra noi, nella condivisione di una realtà quotidiana, e dei momenti passati in una positività progettuale, che guardava al futuro, con gente favolosa di ogni nazionalità, sempre disponibile, per sentirsi utile agli amici e alla comunità, che ultimamente ha ricordato per telefono, a un amico artista di Napoli, di vecchia data, di caratura internazionale, che ci ha chiesto un video da inviargli prima di Natale, per un suo progetto, a parte anche una sua disponibilità, nel farsi ritrarre in ombra (di nascosto, in questi giorni), nel progetto "Jumble", in un grande murales in cantiere dal 2017,nel quartiere di Zappino, lungo una parete di oltre 20 metri, promosso dall'ass. Giordano Bruno e Utopia Contemporary Art (dando anche un suo contributo di una spesa a costo zero) nel piano alto a terrazzamento, del parcheggio multipiano, dietro la canonica della Chiesa di Sant'Antonino.
37Adriana Maggio, Carmela Leso e altri 35
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Commento da fb in data 29 gennaio alle ore 14:47
Purtroppo, ho saputo che il nostro caro amico Gino (1961 - 2021) non ce
l'ha fatta. Quell’intera notte trascorsa per terra svenuto, vicino alla porta
d’ingresso, pare che gli sia stata fatale. A pensare che la sera stessa era
stato in pizzeria dai nipoti, e aveva fatto rientro a casa, alla solita ora,
tra le 21 - 21:15. Gino, l'ipovedente,
l'amico e la guida degli artisti che venivano nella nostra città, tra gli anni
80 e 90, per dare un contributo creativo, partecipando attivamente al Progetto di
Museo vivo, e della Nuova Chiena, in cantiere dal 1982 al 1994, con i quali
instaurò un rapporto umano e di amicizia che, con alcuni di loro, è durato nel
tempo, fino a qualche settimana fa prima del suo incidente, parlando a telefono
con uno di loro (un amico artista di Napoli, molto conosciuto), dopo avergli
inviato due video, prima delle festività natalizie, per un suo progetto. Così fu il suo impegno, anche per "Le Porte
dell'Arte" del 1997, che ebbe una vasta risonanza nazionale, su tutti i
maggiori media e TV nazionali, nelle solite vesti di accompagnatore degli
artisti, e segretario addetto alle pubbliche relazioni.
Gino Scannapieco,
questo il suo cognome, un degno figlio di Campagna, il cui papà (Biagino), è stato
un grande suonatore di sax (come una buona parte della famiglia Scannapieco,
facendosi onore anche in Germania con una sua band, come emigrante, e vicino a
quei Fucanoli degli anni 90, spaziando tra jazz e musica leggera, quando, da
pensionato, rientrò a casa). Gino amava tanto la sua città, e tutte quelle
iniziative che potessero farla conoscere all'esterno delle proprie mura e
confini (spesso mentali e meschini), dando sempre tutto se stesso, senza mai
chiedere nulla.
Negli anni duemila, è stato anche tra i soci fondatori
dell’ass. Utopia Contemporary Art, nel recupero di quella Chiena creativa,
autofinanziata, nel rivendicare, una paternità progettuale e un proprio
cammino, con l’Arte, affinché diventasse
un bene comune, per tutta la città/territorio, nel coinvolgere, artisti di ogni
parte del mondo, attraverso la presenza delle loro opere, con la “mail art” e
la “video arte”, con alcune nuove conoscenze, di artisti, di New York e
Berlino, venuti appositamente nella nostra città, e anche con vecchie e care presenze, a parte la
partecipazione della coppia di amici artisti svizzeri, naturalizzati
campagnesi, che in autonomia, nella realtà facevano la spola, tra un nord
(Lombardia ed Emila Romagna), un centro (Lazio) e un sud Italia (tra Campania e
Basilicata), che Gino aveva conosciuto molto bene negli anni 90, e che con
gioia accoglieva sempre nel suo piccolo. Ultimamente, lo vedevo spesso, con suo cugino,
quasi ogni giorno, per svariati motivi, tra il parcheggio multipiano di Zappino
(nella mattinata tardi, e dove anche lui è ritratto nel lungo murales in
cantiere dietro la canonica), e la piazza Guerriero, di sera (dalle 18.30 alle 19.30),
nella consueta illusione della solita passeggiata, prima di cena, nel deserto
delle strade, tra i pochi presenti, tutti con le mascherine, qualche
chiacchiera, e i bar chiusi o semi chiusi. Gino non lo vedremo più camminare da
solo, nel suo percorso abituale di andata e ritorno, tra casa, la piazza
Guerriero, il corso Umberto, e la via Cesarano della cattedrale, verso Zappino,
dove ogni tanto lo trovavo fermo, nello spiazzo della sede di Utopia, in via Cesarano
(anche la sua sede da socio fondatore), e lo chiamavo, per farci coraggio e ritirarci
a casa insieme…E’ da una decina di giorni, che non lo vedo più. Devo solo
immaginarmelo, come credo tutti quegli amici, parenti e conoscenti che gli
hanno voluto bene…. Il suo ruolo originale, fa parte di quello spaccato storico
fondamentale, che ha gettato le basi e creato un futuro possibile, per un
richiamo turistico, e un tornaconto economico, alla nostra città, con la Nuova
Chiena spettacolarizzata, che nessuno può disconoscere. Un ipovedente che ha
fatto da “faro”, guidando gli artisti e altri ospiti, verso l’ex convento di
San Bartolomeo, per gettare le basi alla Chiena d’Arte e al Museo, compreso le
secchiate e le passeggiate.
Gino che come un marinaio continuerà a farsi trasportare fino al prossimo obiettivo senza mai stancarsi di ripartire…” il Faro è un simbolo che evoca sicurezza a solitudine. infatti la sua funzione primaria era di segnalare la presenza della costa alle navi che navigavano di notte.
Gino segnalava la sua presenza agli artisti che doveva accogliere, come le navi, aspettandoli al varco, all’ingresso della città, per accompagnarli da “non vedente” lungo la strada che porta al Museo, che conosceva a memoria, o in auto per San Leo, o a piedi per il Corso Umberto, fino allo svincolo della Cattedrale, per imboccare a destra, la via lunga e stretta di impianto medievale, tutta in salita, fino a San Bartolomeo. Un Faro, si, Gino è stato un Faro, malgrado il suo handicap, per tutti noi promotori del primo nucleo storico del museo civico fondato nel 1982, che gettò le basi al museo degli internati (uno spaccato monotematico scaturito nel 2007), e della nuova chiena (1982/1985), per gli artisti, e per l’intera Comunità.
Domani 30 gennaio, alle ore 15.30, ci sarà l'ultimo saluto nella Chiesa di Sant'Antonino, del suo quartiere.
Ai fratelli Sandro e Luciano, ai nipoti, alla famiglia tutta,
non possiamo che esprimere le nostre più sentite condoglianze e il nostro
dolore, come amici, conoscenti, vicini di casa, i soci fondatori dell'ass.
Utopia, e i soci dell'ass. Giordano Bruno.
. Caro Gino, che la terra ti sia lieve!
59 Giuseppe Siano, Ermanno Di Senatore, e altri 57
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Il manifesto del 30 gennaio, 2021:
“L’associazione Utopia e l’ass. Giordano Bruno, si associano
al dolore della famiglia Scannapieco, per la perdita del caro e insostituibile Gino”.
Considerazione a caldo
“Non c’è cosa più triste che ignorare una storia umile, vera, reale, che fa parte di un contesto storico molto più ampio, che ha visto (anche) Gino dare il proprio contributo, con passione, dedizione, e amore nei confronti dell'arte e della sua città, per disinformazione, per chi è in buonafede, e per partito preso, e opportunismo, per chi è in malafede, vittima del proprio io, del proprio cinismo e arrivismo, e della propria ipocrisia, arroganza e ignoranza!”.
Ida, la mamma di Gino, la quarta da sinistra, al centro della foto, insieme a un'altra mamma del quartiere di Zappino, che abitavano a Piazzza Brenta.
P.S. Un aneddoto molto significativo e importante: durante tutto il periodo del lockdown per il covid-19, fino ad oggi, tra coprifuoco, zone gialle, rosse e arancione, Gino, è stato tra i pochissimi amici, non terrorizzati dai mass media, con il quale si parlava tranquillamente, del più e del meno, e ci si vedeva, regolarmente,condividendo alcuni aspetti di una quotidianità, quasi abituale, date le forti restrizioni, anche fatta di problemi, di piccole gioie e soddisfazioni, di malintesi e piccole scazzature, ma sempre nel rispetto e nell'affetto reciproco...Si usciva, a volte dal quartiere e dal centro storicio, sempre nelle ore diurne, per distrarci, insieme a un altro amico (suo cugino), per andare a prendere un caffè, o a magiare un panino, o addirittura a pranzo, da un altro amico che ha la trattoria...là dove era possibile. Poi ci vedevamo la sera, tra la Piazza Guerriero e lo Spazio Utopia, tra le ore 19 e le ore 20/21. Solo nella notte di Natale,abbiamo fatto un'eccezione, trasgredendo al coprifuoco, organizzandoci una cena nella cantinella Utopia...con un piccolo menù a base di antipasto con bocconcini di mozzarella di bufala, un primo con uno spaghetto alla carbonara, di cui per così poco, si leccò le dita complimentandosi come non aveva fatto mai, dando anche un voto di 10 su 10, felicissimo, tanto che gli erano piaciuti,..e per secondo baccalà fritto. Da bere vino rosso. e per finire un paio di fichi secchi, e mandarini per frutta...
https://www.facebook.com/gino.scannapieco.5
La casa in verticale di Gino in Piazza Brenta (a tre livelli) - scorcio esterno e part, di interni -
Sulle pareti alcuni disegni in sintesi di una vita, della sua passione, del suo impegno e della sua appartenenza a una cultura identitaria, tra passato e futuro, nella collaborazione attiva (da cittadino volontario), per la sua comunità, tra una Chiena recuperata e riprogettata, e un Museo di Etno--Antropologia e d'Arte Contemporanea, guardando al futuro,
(disegni realizzati da Roberto)
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