giovedì 4 giugno 2020

Alan Frenkiel: in ricordo di un caro amico artista, scrittore, curatore e critico d'arte,che ci ha lasciato il 2 giugno


Alan (l'ultimo a destra), in una foto d'archivio storico, del 
"Magico, Mitico Maggio" Francese del 68,  a  Parigi



Alan è il terzo a destra, nella foto, molto simile all'immagine 
di Banksy (anni 90? ) - Si sarà ispirato a lui,  con il braccio sinistro alzato, 
equilibrandosi con il destro, mentre sta per "lanciare una pietra 
alle nuvole...le nuvole del Paradiso", che in questo murales, si
trafsormano in un mazo di fiori?

Alan Frenkiel, scrittore, curatore e critico d'arte. Ha collaborato 
con testi in catalogo, tra gli altri, con Achille Bonito Oliva e James Putnam 
(ex curatore del British Museum di Londra)...



Angelo Riviello



Un lanciatore di pietra può andare in Paradiso?

Ciao Alan...Alan Frenkiel, per me sei sempre stato come un fratello maggiore con cui condividere umilmente progetti e sogni rivoluzionari. Un guerriero fuori dal coro, abitante del mondo, di quel maggio magico parigino del 68 francese, dalle armi sottili, ma taglienti, come l'ironia che faceva parte della tua personalità creativa, come uomo ricco di cultura, di umanità, e sete di giustizia, e come vero intellettuale, figlio di quella Beat Generation americana, che ha segnato un'epoca, artista e scrittore, curatore e critico d'arte, manager (anche) di "Napoli Centrale", di quel nuovo sound napoletano degli anni 70 che porta anche la tua firma. 

Sempre sincero, disponibile, sorridente, nel gioco della vita, tra le infinite partite a scacchi, con Giulio Gargiulo e altri amici, al Bar Internazionale di Positano, del caro amico Mimì Collina, quando ci siamo conosciuti, come pretesto per chiacchierare, conoscerci, fare battute, giocando, in quelle lunghe (ma corte) serate invernali, tra musica, arte, letteratura, e politica...Come non dimenticherò mai quella volta a Napoli, nel 2005, in occasione di una mostra (di Betty Bee), in via Chiatamone, quando ci siamo visti con il carissmo Franco Del Prete. 

Ci siamo sentiti, per telefono, prima del lockdown...per salutarci, per sentirci. Non mi hai detto nulla. Perché? Non dimenticherò mai, il tuo contributo nel Libro/Catalogo bilingue (con un bellissimo testo-racconto, e la tua traduzione dall'italiano in inglese) che trasformò l'antico evento della Chiena, in Opera d'Arte e Spettacolo, per le strade della città e al Museo nascente, rendendolo universale. Una Storia, un progetto innovativo, nel rispetto di un passato, in cui sei stato tra i protagonisti, insieme a tante altre bellissime personalità, dell'arte e della cultura, incoraggiandomi sempre, e apprezzando moltissimo il mio lavoro, da artista visivo... Che tristezza. Mi mancherà la tua voce al telefono, quando mi rispondevi felice di sentirmi, o quando andavi di fretta e dicevi che mi richiamavi. 

Mi mancherai tantissimo!!! Una tristezza infinita. Abbracciami Donato Vitiello, Luciano Cilio, Franco Del Prete, Paul Getty Junior, e altri cari amici tuoi e miei...
Alan...See you later!!!   


Can a stone thrower go to paradise?
Alan Frenkiel (Marseille 1941 - Montenero Valcocchiara 2020), last right in the picture, Paris 1968.
Un lanciatore di pietra può andare in paradiso? Alan Frenkiel (Marseille 1941 - Montenero Valcocchiara 2020), last right in the picture, Paris 1968

Con Franco Del Prete, Napoli, 2005, in via Chiatamone,
alla personale di Betty Bee alla Galleria Changing Role







Un suo testo in inglese

Da "Positano News" nella data di oggi 04 Giugno
Direttore Michele Cinque
Si è spento a Montenero Valcocchiara all’età di 79 anni Alan Frenkiel, un’artista che era molto legato a Positano. Il direttore di Positanonews Michele Cinque l’ha definito “una delle persone più belle che abbia mai conosciuto: profondo, intelligente, ironico. Ha fatto cose straordinarie”. Frenkiel, di origini statunitensi, era infatti un uomo di cultura, che ha partecipato anche ai movimenti studenteschi del Sessantotto francese.
Quegli anni sono stati infatti ricordati anche da Giuseppe Mascoli, imprenditore positanese trapiantato a Londra, che sui social ha pubblicato questo scatto (sopra, Frenkiel, l’ultimo a destra), che ha voluto salutare con questa frase il critico d’arte “Can a stone thrower go to paradise?” (Può una pietra attraversare il paradiso?). 
Anche l’artista e critico d’arte originario di Campagna, Angelo Riviello, gli ha dedicato un commovente messaggio (a caldo) per la dipartita, ricordando i trascorsi nel paese verticale:
 “Ciao Alan… Alan Frenkiel. per me sei sempre stato come un fratello maggiore con cui condividire umilmente progetti e sogni rivoluzionari. Un guerriero americano fuori dal coro, abitante del mondo, del 68 francese, dalle armi sottili, ma taglienti, come l’ironia che faceva parte della tua personalità creativa, come uomo e come scrittore. Sempre sincero, disponibile, nel gioco della vita, tra le infinite partite a scacchi, con Giulio Gargiulo e altri amici, al Bar Internazionale di Positano, del caro amico Mimì, quando ci siamo conosciuti, come pretesto per chiacchierare giocando, in quelle lunghe (ma corte) serate invernali, tra musica e arte…
Come non dimenticherò mai quella volta a Napoli, in occasione di una mostra (di Betty Bee), in via Chiatamone, quando ci siamo visti con il carissmo Franco Del Prete. Ci siamo sentiti, per telefono, prima del lockdown…per salutarci. Non mi hai detto nulla. Perché? Non dimenticherò mai, il tuo contributo nel Libro/Catalogo bilingue (con un bellissimo testo-racconto, e la tua traduzione dall’italiano in inglese) che trasformò l’antico evento della Chiena, in Opera d’Arte e Spettacolo, per le strade della città e al Museo nascente, universalizzandolo. Una Storia, un progetto innovativo, in cui sei stato tra i protagonisti, insieme a tante altre bellissime personalità, dell’arte e della cultura di caratura nazionale ed europea… Alan…See you later!!!”.
Alan Frenkiel era un intellettuale a 360°: scrittore, manager artistico e musicale. Negli anni ’70 ha vissuto tra Praiano e Positano: nel 1970 dimorava nella Casa degli Angeli, a Praiano, presa in affitto dall’attore William Berger, dove erano soliti fare festa e vestire in maniera allegra e stravagante. Alan era inoltre un appassionato di scacchi, ed era nel Bar Internazionale di Mimì Collina dove avvenivano interminabili tornei. Positano era popolata di intellettuali che si dividevano tra il ritrovo dei Collina, la Trattoria del fratello Gennaro Collina, e il ristorante Mediterraneo a Fornillo.
Come ricorda Angelo Rivello, si ritrovavano con il Frenkiel, Fabrizio Elefante, Franca Ponti, Giulio Gargiulo, Raffaele Cascone, il giovane Paul Getty Junior, musicisti come Shawn Phillips (che abitava a Positano alla Chiesa Nuova, in una casa di Federico Apuzzo, ebanista e pittore locale), il napoletano Luciano Cilio, pittori tra i quali il romano Angelo Moricone, Giuseppe Di Lieto, Ibrahim Kodra, Vera De Veroli, Cesare PeverelliDonato Vitiello, e il giovane milanese Guido Daniele. Tra il 1972 e il 1973, il critico americano organizzò una mostra collettiva alla Galleria d’Arte Gargiulo all’Azienda di Soggiorno e Turismo, con un suo testo in catalogo, intitolata “Gli Artisti di Positano”.
Frenkiel conosceva anche l’artista Dado Predieri, di cui offrì una descrizione retrospettiva di una sua opera, il Cavolfiore, parlando così dell’anziano pittore: “E posso ancora vedere – o perlomeno mi sembra di vedere – Dado nel suo studio-caverna, come quei misteriosi artisti che, nelle grotte di Lascaux e Altamura, si impegnarono a trasformare la superficie sopra di loro in una vibrante immagine di ciò che sarà in eterno: la melodia nascosta di una visione poetica”.
Lo statunitense non era sono un cultore dell’arte visiva, ma addirittura diede un fattivo contributo in campo musicale: c’è anche la sua mente dietro la nascita del gruppo “Napoli Centrale”, sorto con la spinta del conduttore radiofonico Raffaele Cascone e l’apporto di Shawn Phillips, individuando il nome, la formula musicale, artistica e contenutistica. Negli ultimi anni Frenkiel è vissuto tra Londra e l’Appenino Molisano, vivendo poi stabilmente in Italia, dilettandosi come poteva nell’arte dei muretti a secco (guarda caso, divenuti  patrimonio universale dell'UNESCO).
Nel video,  in una delle sue tante mostre curate, parla della personale di Mariannita Luzzati - London Exhibition - Gallery 32 - 2008




La famiglia di Mimì Collina, ha dedicato un tavolo, ad Alan e alla sua dolce compagna Franca Ponti , il motivo per cui, innamorato, si fermò in Italia definitivamente, dopo una vacanza che doveva durare solo 15 giorni (come spesso ricordava agli amici, sorridendo felice) 

Positano (Salerno), 04 Giugno, 2020. Al bar Internazionale il suo tavolo dedicato ad Alan Frenkiel e Franca Ponti. Siamo qui al bar internazionale con Paola  e Luigi Collina “Alan è venuto qui a Positano e con papà Mimì trascorreva ore a parlare di tante iniziative di cultura, arte, con discussioni interminabili. Lui e Franca stavano sempre su quel tavolino, glielo dedicheremo.. Ci mancherà molto”.  

Questo bar che era un vero e proprio salotto culturale multiculturale con personaggi di grandissimo spessore. Alan ha fatto di tutto, prese anche il Margherita con  Valentino Parlato del Manifesto e amava ospitare grandi personaggi e giornalisti alternativi e coraggiosi. Un immenso vuoto non solo nella cittadina della Costiera amalfitana, ma nello scenario culturale nazionale ed europeo, uomo di una sensibilità estrema. Nel video una intervista di Raffaele Cascone a Franca Ponti che ha preceduto di pochi mesi Alan nel loro paradiso.





Nel ricordo di Luciano Bonaminio


Ciao caro amico mio, maestro e intellettuale! Porterò sempre nel cuore la tua immensa cultura e quel dono magico che avevi di saperla elargire agli altri in modo semplice, elegante, raffinato, aulico, canzonatorio, rispettoso, attraverso il tuo attentissimo, ironico, sagace spirito critico, con il tuo divertente accento e piccante humor tipicamente anglosassone, con il tuo eterno, purissimo, intelligente ed ingenuo sorriso. Ciao Alan, umile, bucolico, sereno scrittore di vita, di musica, di storia, arte e saggezza! Ora, come un vero nativo ritornato alla terra, appartieni davvero a questa montagna, al silenzio di questo cielo e a queste verdi praterie che hai amato così tanto,.. che ti sono state così care!! Ti voglio bene ❤️


Nel ricordo di Jennà Romano su facebook , accompagnato da un video

ALAN FRENKIEL. Da oggi non avrò più il mio amico Alan Frenkiel da sentire a telefono e stare li a parlare con la consapevolezza che quella telefonata mi renderà felice. Non posso più mettermi in macchina come facevamo spesso io e Franco Del Prete per andare a trovare Alan per parlare di tutto e per ascoltare con lui le nostre nuove canzoni. CIAO ALAN mi manchi già .



John Paul Getty III: in ricordo di un amico che non c'è più, scomparso 9 anni fa






Nella serata del 16 maggio, in prima serata Rai, in rete, ho visto il film sul sequestro di Paul..Paul Getty III: "Tutti i soldi del mondo" di Ridley Scott. Mi ha emozionato e rattristato moltissimo. Un bel film, girato molto bene. e a tratti agghiacciante, soprattutto quando la 'n drangheta, gli tagliò l'orecchio, per spedirlo come prova al nonno, uno degli uomini più ricchi del mondo (se non il più ricco, ai tempi), che pensava a un sequestro fasullo, architettato dallo stesso Paul con i suoi amici che eravamo noi tutti: "sporchi comunisti", capelloni, barbuti, baffuti, e morti di fame, per spillargli i soldi. 
Paul,era un caro amico e fratello, ai tempi di Roma e di Positano degli anni 70. Quante notti passate insieme nella discoteca "Quick Silver" del buon Luigi, del ristorante "La Kambusa", di Via dei Mulini, in quelle serate estive infuocate di Positano, dove entravamo gratis e ne uscivamo alle 5 cel mattino, per attirare altra gente e turisti in vacanza, mentre il caro amico Pepito, il re della moda positanese, ogni tanto ci regalava una sua camicia o un jeans firmati, facendosi così anche pubblicità, e il caro e vecchio amico Tom, ogni tanto ci offriva una granita di limone. Quante volte mangiavamo "con il pagherò", alla trattoria "da Gennaro", fratello di Mimì Collina del Bar Internazionale, alla Chiesa Nuova. Ci volevano bene tutti a Positano. Dal sarto Salvatore D'Urso, al marchese Don Giovanni (non ricordo il nome, perché tutti lo chiamavano "marchese), al Play Boy Pasquale di Sorrento. Sempre senza soldi, come del resto tutti noi, e ci si aiutava a vicenda. A Roma, a Piazza Navona, addirittura, una volta, mi chiese in prestito 600 lire, a me, studente fuori sede, che a stento riuscivo a vivere, come altri che provenivano dalla Calabria, Puglia, Basilicata. Il rapporto era quello. senza dirmi a cosa gli servivano. Da sottolineare, che a quei tempi, a Piazza Navona, si mangiava con quella cifra. Non un ricco pranzo, ma l'essenziale. Ecco perché il nonno pensava a male. Vi sembrerà strano, ma è così, viveva con poco, aiutato solo dalla madre, quando poteva, che viveva a Roma, divorziata dal padre, con il suocero, nonno di Paul, che, per questo motivo (forse) non voleva vederli. 
Amava la vita, l'arte, la bellezza sotto qualsiasi forma. Era innamorato pazzo di Positano e della Costiera Amalfitana, come tutti noi, e sognava una società più giusta, senza violenze, senza odio razziale, senza guerre. Era un ragazzo semplice, simpatico, affettuoso, un bel ragazzo, molto sensibile e sincero, sempre disponible, e amava dipingere, oltre che ad ascoltare la "nostra" musica, che ci faceva sognare una rivoluzione pacifica per un mondo nuovo con i grandi del rock...Mi si strinse il cuore quando 8 anni fa seppi della sua morte dai giornali. Mi trovavo a scuola...Avevo voglia di rientrare a casa, ma non potevo. Avevo lezione. Ho solo lasciata libera da impegni la classe per tutte le due ore che avevo.

P.S. Ho dimenticato Tony...il grande Tony Walmsley, chitarrista nel primo album di Napoli Centrale, di James Senese e Franco Del Prete...sempre sorridente, e con la battuta pronta, ogni volta che ci vedavamo, mi salutava da lontano urlando come noi campani. Un vero amico, e un grande chitarrista...Tra i musicisti preferiti,amava ascoltare, tra gli altri, Miles Davis...

Angelo Riviello, 16 maggio, 2020 (ai tempi del Covid-19)



Paul con sua moglie

Paul con sua madre

Fu Alan Frenkiel​, a dirmi, che Paul aveva avuto un inctus,
 e che giaceva su una sedia a rotelle, "seduto come un peso morto"...
e che quella storia del sequestro lo aveva segnato per tutta la vita...


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