venerdì 16 dicembre 2022

Dario Carmentano XL

Donato Faruolo

L’ultima fatica XL di un 2022 faticosissimo inaugura sabato 17 dicembre a Palazzo Malvinni Malvezzi, Matera: Dario Carmentano XL con Porta Coeli Foundation.
Grazie alla sensibilità ugualmente XL di due agitatori di teste, di immaginari e di mondi, Dario Carmentano e Francesco Cascino.












Sabato 17 dicembre dalle 18 apre a Matera la mostra antologica di Dario Carmentano, la cui preparazione, cura e organizzazione ha richiesto un anno. A cura di Donato Faruolo, coltissimo storico e curatore, organizzata dalla Fondazione Porta Coeli presso Palazzo Malvinni Malvezzi in Piazza della Cattedrale.
Dario è l’artista impegnato, sottile, intellettuale e ironico che tutti vorrebbero come amico. Un faro affettivo e culturale di quelli che ti aprono lo sguardo e riconnettono cuore e conoscenza.
Ci saranno 40 anni di lavoro, dall’antica passione per la grafica al concettuale del paradosso creativo, dalle installazioni nei teatri fisici e metafisici del mondo alla recente pittura, una delle più potenti e raffinate che ci sia in circolazione al momento di cui i miei collezionisti posseggono opere davvero illuminanti. Insomma un’occasione per tornare nella città dell’uomo eterno e rivedere anche le sei opere del progetto Matera Alberga una delle quali proprio di Dario presso le Dimore dell’Idris.
Vi aspetto il 17 oppure durante le vacanze di Natale, faremo diverse serate e organizzeremo happening e confronti come piace a noi, di quelli divertenti che producono esperienza e conoscenza.





Nella specificità dei linguaggi artistici, il lavoro di Dario Carmentano è un’imprescindibile cerniera tra la generazione dei maestri-pittori della sua storia artistica e territoriale e quella dei contemporanei che assumono approcci metalinguistici, multimediali, digitali e processuali, e che non sentono più la necessità di assumere un tono aulico per discutere e discernere la materia del reale e dello spirituale. Dario, infatti, non è solo un innovatore dei linguaggi, un ricercatore che non si pone mete di soddisfazione, ma è anche il vero motore di una comunità artistica in Basilicata, promuovendo, presidiando e spronando le relazioni tra gli operatori sul territorio, la creazione di discorsi ed esperienze di condivisione, la possibilità di una consapevolezza di categoria, e sopperendo al crollo di molti dei dispositivi culturali di cui le precedenti generazioni artistiche si erano dotate.

Buona parte delle mie urgenze nel lavoro sull’arte nei territori è imprinting di Dario. Con lui ho cominciato a esporre il mio lavoro, con lui ho cominciato a organizzare mostre, con lui ho compreso il senso e il valore di un dibattito entro la comunità artistica da condurre senza paracadute e senza convenevoli – talvolta prendendolo alla lettera ed esagerando nella rudezza della mia adesione a un principio di onestà.

Quindici anni fa è cominciata la nostra “corrispondenza”. Quarant’anni fa la sua carriera. Oggi ho l’enorme onore di curare la sua retrospettiva, Dario Carmentano XL, grazie alla produzione di Porta Coeli Foundation, tra gli sparutissimi (se non l’unico) tra gli operatori che si occupino di presidiare il fenomeno del contemporaneo sul territorio.

Grazie a Bottega Palladino per l’ENORME supporto all’allestimento

Donato Faruolo

Francesco Cascino

Sabato 17 dicembre dalle 18 apre a Matera la mostra antologica di Dario Carmentano, la cui preparazione, cura e organizzazione ha richiesto un anno. A cura di Donato Faruolo, coltissimo storico e curatore, organizzata dalla Fondazione Porta Coeli presso Palazzo Malvinni Malvezzi in Piazza della Cattedrale.
Dario è l’artista impegnato, sottile, intellettuale e ironico che tutti vorrebbero come amico. Un faro affettivo e culturale di quelli che ti aprono lo sguardo e riconnettono cuore e conoscenza.
Ci saranno 40 anni di lavoro, dall’antica passione per la grafica al concettuale del paradosso creativo, dalle installazioni nei teatri fisici e metafisici del mondo alla recente pittura, una delle più potenti e raffinate che ci sia in circolazione al momento di cui i miei collezionisti posseggono opere davvero illuminanti. Insomma un’occasione per tornare nella città dell’uomo eterno e rivedere anche le sei opere del progetto Matera Alberga una delle quali proprio di Dario presso le Dimore dell’Idris.
Vi aspetto il 17 oppure durante le vacanze di Natale, faremo diverse serate e organizzeremo happening e confronti come piace a noi, di quelli divertenti che producono esperienza e conoscenza.


giovedì 27 ottobre 2022

Umberto Riviello, medaglia d'onore, 19 ottobre 2022

 


Mio padre Umberto Riviello, insignito oggi a Serre (Salerno), alla memoria, con la medaglia d'onore come uno dei soldati italiani, nati nel salernitano, fatto prigioniero dai tedeschi e portato in un lager nazista, nei pressi di Monaco di Baviera, dove rimase per due anni, dal 1943 al 1945. Infatti in quel 1945, dopo che i russi, per prima entrarono con i carrarmati nei lager, riuscì a tornare a casa, a piedi e con mezzi di fortuna, come mi raccontava sempre mia madre con le lacrime agli occhi. Era irriconoscibile a molti. Voleva fare una sorpresa, come racconta mio fratello Bernardo, che ai tempi aveva sei anni, ma mia madre che lo riconobbe, mentre saliva le rampe di Zappino, e con le lacrime agli occhi urlò il suo nome "Umberto, Umberto". . Si presentò a casa, con una barba scura, lunghissima, e i piedi insanguinati e con una tristezza immensa nel sapere della morte di Michelino, suo figlio, mio fratello, di 5 anni, definito un piccolo "saggio", mentre abbracciava mia madre che glie lo disse piangendo.
Peccato che non ero presente alla cerimonia.
Però c'era mio fratello più grande (Bernardo Riviello), e forse mio nipote Ennio, suo figlio.

Angelo Riviello Moscato, 19 ottobre, 2022



Un momenro della cerimonia, con il Sindaco di Campagna,ed
esponenti dell'associazione Reduci e combattenti,

Mio fratello Bernardo alla cerimonia,
per il ritiro della medaglia d'onore di nostro padre Umberto

Ennio Riviello

19 ottobre alle ore 13,49

Oggi, a distanza di 48 anni dalla sua morte e 76 anni dalla sua liberazione, mio nonno Umberto Riviello ha ricevuto medaglia d’onore per essere stato circa due anni internato nel Lager Nazista Stalag VI-C.
Il 9 settembre 1943, il giorno dopo la firma dell’armistizio che divise il Paese ufficializzando l’occupazione nazista e lo scoppio della guerra civile, venne arrestato e deportato in Germania.
Chiunque non avesse scelto di combattere per l’esercito tedesco e tradire l’Italia, veniva arrestato e inviato nei campi di concetramento tedeschi.
Lui, come tanti altri, scelse l’onore e la dignità. Scelta confermata dal rifiuto di giurare fedeltà alla Repubblica Sociale e a Mussolini.
Onore a te, caro nonno, e a tutte le vittime di regimi dittatoriali.
Il nostro compito, oggi, è di ricordare la storia per come avvenuta affinché non si ripeta. Nostro compito è tutelare la nostra Costituzione antifascista.
”Dietro ogni articolo di questa Costituzione, o giovani, voi dovete vedere giovani come voi caduti combattendo, fucilati, impiccati, torturati, morti di fame nei campi di concentramento, morti in Russia, morti in Africa, morti per le strade di Milano, per le strade di Firenze, cha hanno dato la vita perché libertà e la giustizia potessero essere scritte su questa cartra.”
Piero Calamandrei
Ennio Riviello, 19 ottobre, 2022

Mio padre Umberto Riviello, ebanista, bettoliere, monarchico e musicante,
serie Affetti - Identità & Memoria, 1975/76, dalla serie Remake, 2009.

Mio nonno Giacomo Riviello, il papà di mio pasre, bettoliere, musicante,
anarchico e calzolaio, serie , Affetti 1 - Identità & Memoria, 1975/76,
dalla serie Remake, 2.009







mercoledì 26 ottobre 2022

Luci d'artista di Salerno - Intervista ad Angelo Riviello per il Mattino 26 - ott. -2022

 



 Sintesi dell'intervista 



Intervista di Barbara Cangiano a Angelo Riviello
(Versione integrale con alcuni dettagli)

1) Cosa ne pensa di Luci d'artista?

Le Luci d’artista di Salerno, sull’esempio della città di Torino, agli inizi si sperava che fossero alla lettera delle vere “Luci d’artista”. Ma così non è stato negli anni. Luci d’artista senza gli artisti, che Luci sono?  Si sono solo rivelate delle raffinate luminarie natalizie.  Belle, certo, scenografiche, suggestive, spesso originali, per la gioia soprattutto dei bambini, e di una massa di turisti del “mordi e fuggi”, ma niente di più. Non vuol  essere una critica ma una constatazione, una spinta a fare di più.. Non posso andare in un bar a comprare una confezione con su la scritta “cioccolatini”, e una volta che apro la scatola trovarci le caramelle. Ho sempre sperato che avvenisse  una svolta nella città famosa, non solo per la sua scuola medica salernitana, ma anche per la sua scuola di critica d’arte, che soprattutto tra gli anni 70 e 80, dopo la consacrazione dell’Arte Povera, di Germano Celant, agli Antichi Arsenali di Amalfi (1968), voluta da Marcello e Lia Rumma, e con la sua Università, è stata un grande punto di riferimento nel mondo dell’arte e della cultura, con teorici d’arte del livello di  un Filiberto Menna, Achille Bonito Oliva, Angelo Trimarco, per certi versi Rino Mele, da un altro versante gli anni (da docente universitario) di Enrico Crispolti,  e l'altra generazione, anche se su posizioni diverse dei vari A. d’Avossa, L.Mango, M.Bignardi, C. Tafuri, N. Scontrino, M.Alfano, G.Siano, A, Tolve, S.Zuliani, E.Viola.

 2) Quest'anno ci sono state molte polemiche rispetto alla scelta di farle durare un solo mese a causa della crisi energetica. E' favorevole o contrario?

 Luci d'artista di Salerno con la crisi energetica della durata di un mese? Un mese forse è insufficiente, dati gli scopi di grande attrazione turistica. Si potrebbe rimodulare l’evento in quaranta/quarantacinque giorni, iniziando dal 1° dicembre per la durata di tutte le festività natalizie, ed oltre, fino alla metà di gennaio nuovo anno, post Epifania, considerata l’importanza che hanno le Luci per Salerno, e se si iniziasse a considerarle come un appuntamento annuale, anche come rassegna d’arte contemporanea.

3) Ritiene, come molti pensano, che poteva essere l'occasione per riformulare un format ormai obsoleto? E se sì, in che modo?

 Mi trovo d'accordo con gli amici, Paolo Apolito, e Antonello Tolve, che ho avuto modo di leggere  su "il Mattino" di qualche settimana fa. Il primo, da antropologo, parla di “non interrompere mai una festa, ma di cambiare le modalità, data la crisi”, e il secondo, da critico d' arte dice, "si alle Luci in austerity, ma format da cambiare, senza perdere la capacità di guardare al futuro", ed io aggiungerei "senza dimenticare un passato di valori della nostra cultura, nel ricordare la tradizione, come fu fatto con la Chiena dimenticata (di cui sia l’Amministrazione locale che la Pro Loco, si vergognavano (quando andai a proporla al Comune di Campagna, come artista-ideatore, che lavorava sulla memoria, e come rappresentante incaricato del gruppo logistico dei supporter "Amici del Museo"), perché ricordava loro la povertà del dopo guerra, e un modo “primitivo” di lavare le strade), recuperata, strappata alla ruspa selvaggia della “ricostruzione” post sisma,  e trasformata negli anni 80, da nettezza urbana a opera d’arte e spettacolo, ridestinandola così nella salvaguardia, a un nuovo uso, nel riportarla a nuova vita, e vincolarla, con un'idea progettuale ben precisa sul tema universale dell'Acqua, e della storia del luogo, da addetti ai lavori,  parlando di arte e cultura del presente, facendo avanguardia, con artisti intergenerazionali, interdisciplinari e multimediali, in un contesto storico - artistico di quegli anni 80, in cui ovunque, in spazi pubblici e privati,  e in tutte le fiere d'arte, imperava un decorativismo pittorico tout court, stagnante, noioso e asfissiante, di un ritorno alla manualità, azzerando le idee, e uno sguardo dell’arte a 360°.

 4) Considera le Luci un attrattore oppure un freno per l'economia?

 Indubbiamente le Luci rappresentano un grande attrattore  per la città di Salerno. Un valore aggiunto per rendere ancora più universale la sua bellezza paesaggistica,  il suo stupendo Lungomare, le sue tradizioni, i suoi monumenti, i suoi musei, e al tempo stesso incentivare la sua economia. Però si può fare di più, dando più senso al maggior evento invernale legato al Santo Natale, all’insegna di una qualità guardando al futuro.

 5) Come gli artisti potrebbero dare il loro contributo?

 In parole povere, per ricollegarmi a quanto detto in precedenza, e letto da alcune delle personalità interpellate, come posso intendere, da me tapino (artista), oltre che a valorizzare gli artigiani del luogo, sarebbe ora di invitare a Salerno artisti qualificati, maestri e giovani emergenti, di caratura nazionale e internazionale, capaci di ideare progetti anche in piena crisi energetica, a cura di un competente comitato scientifico, formato da personalità del mondo artistico, culturale e universitario. Sarebbe un ulteriore richiamo di qualità, per un pubblico accorto che segue e ama l’arte, e altri che lavorano con l’arte,  da addetti ai lavori, da direttori di musei prestigiosi, riviste specializzate, collezionisti, critici, storici e curatori d’arte di ogni parte del mondo, Un pò sulla scia, delle più blasonate, storicizzate, conosciute, e seguite, da oltre 30 anni, "Luci d'Artista" di Torino, che fino ad oggi, hanno esposto il meglio dell’arte contemporanea italiana e internazionale, interagendo a distanza con detta città (e perché no?), in una sorta di gemellaggio artistico e culturale, con interscambi significativi, iniziando con lo sport. Del resto hanno già qualcosa in comune: la stessa maglia di calcio di colore granata. 

 

 

 

 


giovedì 29 settembre 2022

GOTT MIT UNS! DIO È CON NOI



Pino Luaria 
GOTT MIT UNS, 2009-Fotografia, stampa su carta fine art-
Hahnemule - 60x6 cm.

Angelo Riviello
SHOAH, 2009-fotografia digitale su tela Rembrandt 
elaborata al computer -  100 x 200 cm



Siamo in guerra contro la Russia. Dopo le dichiarazioni di Putin mi aspetto per Natale che i giovani italiani siano richiamati alle armi come da agenda Draghi, che poi è quella degli USA e della NATO. Grazie a tutte le maggiori forze politiche del Parlamento per aver votato per altre 4 basi NATO oltre alle 37 che già manteniamo in Italia. A ben risentirci. A proposito state attenti a non essere troppo critici altrimenti dopo la legge (Dl 733) approvata l’altro ieri al Senato su proposta Giampiero D’Alia identificato come Art.50-bis sulla “Repressione di attività di apologia o istigazione a delinquere compiuto a mezzo internet” potremmo incorrere in sanzioni pecuniarie e andare in carcere. Non è ancora in vigore, in quanto la prossima settimana approderà alla Camera come Art. 60. Solo dopo la pubblicazione in Gazetta ufficiale sarà attiva questa legge. Non preoccupiamoci. VIVA LA DEMOCRAZIA CHE DA TEMPO TUTELA LA VIOLENZA DELLA MAGGIORANZA!!! Aiutiamo pure il battaglione Azov fascista nella pulizia etnica. Facciamo guerra alla Russia e mandiamo a morire i nostri giovani per delle repubbliche popolari come ad esempio quella del Doneck che nel 1918 fu proclamata dai bolscevichi e del Lugansk e poi accorpate alla Repubblica di Ucraina nel 1920 dalla URSS CHE VOGLIONO AUTOGOVERNARSI. Esportiamo pure la guerra e aiutiamo ”i signori della guerra” ad arricchirsi di più. Comunque avremo sempre “Dio dalla nostra parte”
La speranza di Bob Dylan in un’altra sua canzone da Nobel ricevuto e non ritirato.
Avrei però scritto i versi finali:
Se Dio fosse veramente dalla nostra parte,
Allora impedirà la prossima guerra
Con Dio dalla nostra parte
Oh, il mio nome non conta nulla,
La mia età ancora meno;
La regione da cui provengo
E' chiamata Midwest.
Lì sono stato istruito ed educato
A rispettare le leggi
E la terra in cui vivo
Ha Dio dalla sua parte.
Oh, i libri di storia dicono,
Lo dicono tanto bene:
La cavalleria caricava
E gli Indiani cadevano,
La cavalleria caricava
E gli Indiani morivano;
Oh!, il Paese era giovane,
Con Dio dalla sua parte.
La Guerra Ispano-Americana
Ha fatto il suo tempo
E anche la Guerra Civile
E' stata messa presto da parte;
E i nomi degli eroi
Sono stato costretto a imparare a memoria,
Con i fucili in mano
E Dio dalla loro parte.
La I Guerra Mondiale, ragazzi,
E' venuta e passata.
La ragione per cui si combatteva
Non l' ho mai capita,
Ma ho imparato ad accettarla,
Accettarla con orgoglio,
Perchè non devi contare i morti
Quando Dio è dalla tua parte.
Quando la II Guerra Mondiale
E' venuta a termine,
Noi abbiamo perdonato i Tedeschi
E quindi siamo diventati loro amici.
Sebbene abbiano assassinato sei milioni di uomini,
Nei forni li hanno inceneriti!,
Anche i Tedeschi, adesso,
Hanno Dio dalla loro parte.
Ho imparato a odiare i Russi
Per tutta la mia esistenza:
Se verrà un' altra guerra,
Saranno loro quelli che dovremo combattere,
Loro quelli da odiare e da temere,
Per correre a nasconderci
E accettare tutto ciò coraggiosamente,
Con Dio dalla nostra parte.
Ma ora ci siamo dotati di armi
Di polvere chimica:
Se saremo costretti ad usarle,
Allora dovremo usarle!
Una pressione del pulsante
E il mondo intero farà "Bumm!".
Ma tu non devi mai fare domande,
Quando hai Dio dalla tua parte.
Per molte, tristi ore
Ho pensato a questo:
Che Gesù Cristo
Fu tradito da un bacio.
Ma non posso pensare al vostro posto,
Voi stessi dovrete decidere
Se anche Giuda Iscariota
Aveva Dio dalla sua parte.
E così ora devo andare,
Ho addosso una stanchezza d' inferno:
La confusione che provo
Non c'è lingua che possa descriverla;
Le parole mi riempiono la testa
E cadono sul pavimento.
Se Dio è dalla nostra parte,
Allora impedirà la prossima guerra



giovedì 15 settembre 2022

Anche Irene Papas ci ha lasciato - Un ricordo di Alfredo Iuliano del 1995

Anche Irene Papas ci ha lasciato, a distanza di un giorno da Jean-Luc Godard. Il mondo della cultura, dell'arte e del cinema (quello vero), piange.

Un ricordo di Alfredo Iuliano del 1995, da un post di fb..

È morta Irene Papas,il mio amor perduto.Avevo 12 anni quando la vidi la prima volta nel film "I Cannoni di Navarone". Il suo viso ,il suo sorriso mi turbarono parecchio. Ma, a farmi innamorare definitivamente fu la sua magistrale interpretazione nell'Ulisse televisivo di Franco Rossi, quel viso triste e malinconico di Penelope, prigioniera dei Proci, nella vana speranza di un ritorno di Ulisse, mi stregarono perdutamente.
Non ho mai perso un film o una commedia di questa divinità greca. Ho avuto la fortuna di trovarmi a New York, nel 1995 ,proprio mentre a Broadway replicavano le "Troiane" di Euripide. Ci andai di corsa, nonostante l'inglese sia per me una lingua astrusa. Ho aspettato l'una di notte per poterla incontrare all'uscita del teatro e stringerle la mano. Le dissi che Anna Magnani aveva trovato la sua erede naturale. Rimase piacevolmente sorpresa, confidandomi che la Magnani l'aveva voluta per la riproposizione in teatro di "Roma Città Aperta" di Rossellini.

La rivedo spesso la mia Irene su un DVD : "Cristo si è Fermato a Eboli", meravigliosa badante di Volonte'. Con Irene Papas se ne vanno pure i ricordi delle nostre rapite masturbazioni. Noi non avevamo lo smart, tanto meno le visioni delle prorompenti pornostar odierne. Un sorriso e un paio di calze nere ci mandavano in estasi.
Sotto la Papas e Anna Magnani.














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