Ricordando Nino Aiello a 14 anni dalla sua prematura scomparsa
Dal sito: http://www.ninoaiello.it
Nino Aiello è
nato a Campagna (SA) nel 1945 m. 2007.
Ha studiato al Liceo Artistico e all' Accademia di Belle Arti di
Napoli frequentando il corso di decorazione di Capogrossi e De Stefano; è
docente di disegno e storia dell'arte. Dal 1971 è presente alla vita artistica
nazionale, riscuotendo consensi di critica ed ambiti riconoscimenti.
Si ricorda:
Premio nazionale Villa Rufolo - Ravello 1972 Rassegna nazionale d'arte moderna di Avellino 1973 - 1974 Rassegna nazionale Arti Visive Achilleum - Roma 1974 VI Premio "Città di Eboli" (primo premio) 1975 Rassegna nazionale "Città di Lainate" - Milano (primo premio) 1976 XVI Rassegna nazionale di pittura Premio "Sant' Ambroeus" - Milano (terzo premio) 1976 Premio "Santhià" Premio Città di Lucca 1985 Premio Trivero (Vercelli) 1985 Assegnazione del Premio nazionale "La Castagna d'Oro" 1997 Assegnazione del Premio nazionale "La Rosa d'Oro" 2003.
C’è chi ha definito Nino Aiello “neoimpressionista”, chi invece lo ha definito “realista”, chi ha tentato di proporre etichette per delinearne i caratteri pittorico-stilistici e per tentare di qualificare la sua pittura. Ma le etichette a nulla servono per definire l’arte di Aiello perché il suo rapporto profondo, intimo, duraturo, gioioso o sofferto, con i temi della natura esulano da qualsiasi etichettatura pseudo-stilistica.
Aiello è il poeta dell’anima dei colori, dei suoni e dei rumori della terra, della natura, degli elementi primordiali della vita. La sua pittura va ben oltre la banale percezione visiva perché vive all’interno di un proprio universo segnico e coloristico, che viene proposto all’attenzione di tutti noi con la violenza e l’evidenza del colore, con l’adesione percettiva di un riconoscimento immediato, a colpo d’occhio, di particolari che si rilevano e si rivelano in una rigorosissima e magica sinfonia architettonica di note colorate: sono le note della natura, quelle che solo la natura ci sa offrire, ma che solo l’occhio e la mente e il cuore del pittore ci sanno restituire in maniera così evidente.
Alcuni dei suoi numerosi dipinti
EsposizioniLa cantinella - Roma 1971Studio Achilleum - Roma 1972 Galleria Margutta - Roma 1973 Il Cortilaccio - Torino 1974 Azienda sogg. e Turismo - Positano 1975 Auditorium italiano di Locarno - Svizzera 1977 Azienda sogg. e Turismo - Campagna (SA) 1977 Villa Litta - Lainate (MI) 1978 Galleria Sant'Ambroeus - 1984 Permanente S. Michele - Brescia 1985 Galleria Modì-Bistrò - Bergamo 1985 Galleria Il Baguttino - Milano 1985 'A Chiena a Campagna - Kermesse Nazionale d'Arte Contemporanea- Campagna (SA) - 1985 Galleria La Viscontea - Rho (MI) 1986 Galleria Sant'Ambroeus - Milano 1987 Expo Arte - Bari 1989 Palazzo Grassi - Bologna 1991 Tempio di Pomona - Arcivescovado Salerno 1992 Centro Arte e Cultura - Grazia Hotel Eboli (SA) 1993 Centro Arte e Cultura Valleverde - Corbara (SA) 1993 Rassegna Nazionale "Le Nozze" - Eboli (SA) 1994 Palazzo Cornoldi - Venezia 1995 Le Porte dell'Arte - Incontri Internazionali d'Arte Contemporanea - Campagna (SA) - 1997 Circolo Artistico - Venezia 1998 Arsenali della Repubblica di Amalfi - 1998 Villa Matarazzo - Santa Maria di Castellabate - 1998 Nuovo Oratorio S. Bartolomeo - Eboli (SA) 1999 Club Hoegarden - Pontecagnano Faiano (SA) 2000 Palazzo De Vivo - Castellabate (SA) 2000 Il Cenacolo - Agropoli (SA) 2000 Circolo Ufficiali di Presidio - Torino 2001 "I Mozartini" - Montecorvino Rovella (SA) 2001 Circolo Ufficiali di Presidio (SA) - 2002 Galleria "Il Giardino" Agropoli (SA) - 2003 Museo Nazionale Eboli (SA) - 2003 Palazzo S. Agostino sede Provincia di Salerno - 2003 Palazzo di Città - Agropoli (SA) - 2003 Fiere di Vallo della Lucania (SA) - 2004 Associazione culturale "P. Caravita" - Eboli (SA) 2004 Museo Civico "Media Valle del Liri" - Sora (FR) 2004 Castello Medievale - Castellabate (SA) - 2005 | |||
Dal quotidiano " La Città di Salerno"
Articolo di Gerardo Pecci - 2007
Nino Aiello, un “maestro” di anima e natura
Il pittore di Campagna ha lasciato un segno indelebile nella descrizione del rapporto tra l’uomo, il paesaggio e la vita
SALERNO. L’arte è lavoro progressivo, ricerca di nuove forme e significati. La critica d’arte ha il compito di individuare tali novità che, poi, finiscono col tessere la ricca trama della storia dell’arte, cioè la registrazione, nel tempo, delle fratture, delle novità e delle persistenze dei linguaggi artistici. A questa legge nessun artista sfugge. Il compianto amico e Maestro Nino Aiello è sempre rimasto fedele all’intimissimo rapporto tra l’essere umano e la natura, che è stato anche il filo rosso, e la trama vissuta, del proprio rapporto con il paesaggio. Cercare di definire stilisticamente la ricerca coloristica, percettiva e visiva di Aiello, imbrigliandola a improbabili sensi di significato, vorrebbe dire sminuire il suo spirito, il suo ricordo, il suo profondo rispetto per la natura; significherebbe ridurre e offendere la sua creatività, sigillandola in un improbabile universo linguistico che non appartiene alla libera creatività artistica, ma a una pseudo-critica d’arte non rispettosa dei valori etici e pittorici proposti in modo così evidente dall’artista. Nella pittura di Aiello, oramai consegnata integralmente e per sempre alla storia dell’arte, ogni singolo elemento vive in simbiotico rapporto con gli altri: ogni fiore è autonomo, ha una propria vita e vive di una propria luce, ma nel contempo è partecipe della vita e della luce di ciò che lo circonda.
In un colpo di pennello, in un semplice e intuitivo gesto, in un semplice particolare, in un solitario fiore o in una foresta di foglie vi si legge un universo segnico che si rivela e si confronta con la nostra coscienza la quale, poi, riconosce nelle forme e nei colori dipinti i vividi colori dell’anima dell’artista, i colori della sua sapiente e dolcissima arte. La parola che forse esprime meglio l’universo pittorico e coloristico delle grandi opere di Nino Aiello è “rivelazione”. L’universo della sua arte diventa poesia, sinfonia coloristica come rivelazione segnica di una natura che si offre, umile e semplice nella sua grandezza, attraverso le sottili trame che sottendono l’esistenza stessa del Creato.
E la grandezza dell’arte è proprio nella rivelazione di un mondo variegato e complesso e di una natura mutevole e cangiante, attraverso gli occhi disincantati di un artista che ha saputo vedere nel profondo dell’intimità umana quella scintilla di primordiale verità che sottende la nostra travagliata esperienza di vita. Quindi, al di là delle sottili osservazioni dei critici d’arte, parlare di naturalismo o di realismo nel linguaggio pittorico e stilistico di Nino non ha alcuna giustificazione, così come sarebbe puerile parlare di “panismo” pittorico.
La pittura di Aiello, infatti, sfugge a qualsiasi etichettatura imbrigliatrice perché è frutto di un moto interiore che fa vibrare le corde dell’animo creatore. Quello che noi vediamo non è altro che la restituzione di questo moto creativo, profondo e interiore, in forme, colori e rigorose costruzioni generali delle immagini dipinte. Per questo la sua arte, la sua poetica pittorica, non può risolversi in un semplice slogan critico: l’arte di Aiello semplicemente è. Esiste nello spazio della nostra realtà, vive con noi e dentro di noi, partecipa al nostro vissuto quotidiano. L’amico e Maestro Nino Aiello è, e resta, ancora accanto a noi e ci accompagna con le sue opere e con il suo affettuosissimo e grande ricordo.
Gerardo Pecci, 2007
Contatti: +39 3386399445
Dal quotidiano " La Città di Salerno"
Un pro memoria che vuol essere un ennesimo appello del fotografo e storico locale Valentino Izzo - 2016:
Una piazza per ricordare il pittore Nino Aiello
La decisione era stata presa all’unanimità dal Consiglio comunale di Campagna nel novembre dello scorso anno: ricordare il pittore Nino Aiello intitolandogli una piazza. Dalla delibera a oggi sono...
La decisione era stata presa all’unanimità dal Consiglio comunale di Campagna nel novembre dello scorso anno: ricordare il pittore Nino Aiello intitolandogli una piazza. Dalla delibera a oggi sono trascorsi ormai otto mesi ma in città non c’è ancora alcuna targa nello spazio antistante la casa natale di Aiello, l’area da dedicargli, nel centro storico di Campagna. L’unica targa è quella virtuale comparsa sulla pagina Facebook del gruppo “Sei di Campagna se...”, postata ieri da Vaiz Fotografarte. L’autore, al “Sei di Campagna se...” aggiunge: “... sai che oggi è il 19 giugno 2016 e niente ancora è stato fatto... :( ps: ... ’sta cosa, ’sto modo di fare melina, oltre che essere assolutamente incomprensibile, corre il serio rischio di scadere nel ridicolo politico e amministrativo...”. I campagnesi – e non solo loro – sono molto legati al ricordo del pittore scomparso prematuramente, all’età di 62 anni. Di testimonianze della sua arte se ne trovano tante in giro, tutte caratterizzate dalla forza dei colori. Ma a nove anni ormai dalla sua morte, è giusto tributargli un riconoscimento. E, tanto per essere certo che il messaggio giunga a destinazione, Vaiz Fotografarte lo ha postato anche sulla pagina Fb del sindaco di Campagna. “E lo farò ogni giorno d’ora in poi...”, aggiunge l’autore del post.
N.B. A parte il nome da dare allo spiazzo davanti casa sua, il Comune di Campagna dovrebbe organizzare una grande mostra intitolata a Nino Aiello (basta contattare la famiglia), come a tutti gli altri figli-artisti di Campagna che non ci sono più (Gelsomino D'Ambrosio, Pompeo Ganelli, Vito Sersale, Antoniuccio Luongo, Emilio D'Amato, Liberato Capaccio, e altri meno conosciuti e umili di genius loci, tra pittori, scultori e fotografi). Rendere a loro un omaggio, è rendere un omaggio alla stessa Città di Campagna, segnando per sempre uno spaccato storico significartivo e irripetibile, coprendo almeno un arco di tempo che parte dagli anni del dopo guerra ad oggi.
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