Vito Sersale-"Ho racchiuso in una linea il cielo"-ediz. Rassegna dell'Acqua - La Chiena,1985-foto by Antonio Corsaro
Vito Sersale
Vito Sersale,
nato a Campagna (SA). Negli anni 60, dopo aver frequentato l’Istituto
Magistrale “Teresa Confalonieri", con l'intera famiglia, si trasferisce a Milano. Si iscrive al corso
di nudo all’Accademia di Belle Arti di Brera e al Corso di Grafica all’Istituto
Umanitaria. Inizia l’avventura artistica con riferimento nell’aria dell’Impressionismo. Le sue opere sono caratterizzate, da
atmosfere silenti e nel contempo oniriche.
Negli anni
80 inizia la sperimentazione di nuove tecnologie. Prima di tutte il laser, fondando
insieme ad altri due artisti il gruppo “METALASER”.
Negli anni precedenti, la riflessione teorica, mette in evidenza la dinamica
della materia dove il colore diventa protagonista.
Espone dal
1968. Ha tenuto mostre e installazioni personali, ed ha partecipato a
collettive in Italia e all’estero. Nel 1985, fece parte del primo nucleo
storico degli artisti che aderirono al “Progetto
Chiena”, da un’idea progettuale di Angelo Riviello. In seguito, nel 1997, è tra gli artisti e curatori della Rassegna "Le Porte dell'Arte - Incontri Internazionali d'Arte Contemporanea", tenuta a Campagna (SA). Nel 1998, aderì al
Nuovo Costruttivismo Manifesto I-V di Sergio Dangelo.
Vito Sersale, ci ha lasciato prematuramenmte, all'età di 67 anni, oltre 10 anni fa, a Bresso (MI).
Sue opere
figurano in collezioni private e pubbliche, tra cui la “Galleria d'Arte Santa Barbara” di Milano, il “Museo MAGA “ di Gallarate (VA), e il “Museo Padre di Etno-Antropologia e d’Arte
Contemporanea (Museo della Chiena- MEAAC)” di Campagna (SA).
Dalla presentazione della "Galleria d'Arte Santa Barbara" di Milano:
Vito Sersale
nato a Campagna (Salerno). Dopo aver frequentato l'istituto magistrale si
trasferisce a Milano, si iscrive al corso di nudo all'Accademia di
Brera e al corso di grafica all'istituto Umanitaria.
Inizia l'avventura artistica con riferimento
nell'aria dell'impressionismo: Opere perverse da atmosfere silenti e nel
contempo oniriche. Negli anni 80 inizia la sperimentazione di
nuove tecnologie, prima di tutte il laser, fonda insieme ad altri due artisti
il gruppo ricerche visive "Metalaser". Negli anno precedenti, la
riflessione teorica, mette in evidenza la dinamica della materia dove il
colore diventa protagonista. Espone dal 1968, ha tenuto mostre e
installazioni personali ed ha partecipato a collettive in tutta Italia e
all'estero.
http://www.libreriabocca.com/mostre/nuovo-costruttivismo-manifesto-i-v.htmlhttps://utopiacontemporaryart.blogspot.com/2017/02/progetto-chiena-storicizzazione.html
http://www.lombardiabeniculturali.it/opere-arte/schede/A0010-00030/
file:///C:/Users/Utente/Pictures/Vito%20Sersale/OARL_A0010-00030.pdf
NOTA AI MARGINI
Ricordando l'artista Vito Sersale . Uno dei figli di Campagna "dimenticato", insieme ad altri figli, tra cui Nino Aiello (pittore), Armando Aiello (detto Giotto, pittore), Antonio Luongo (detto Antoniuccio, fotografo e pittore), Emilio D'Amato (fotografo), Pompeo Ganelli (fotografo e videomaker, sempre al passo con i tempi, disponibile e aggiornato, maestro anche con il digitale, l'autore di quella bellissima foto in B/N della prima secchiata storica del 1985), Lucio Ganelli (disegnatore, architetto, storico), Giuseppe Russo (scultore), Giuseppe Busillo (scultore), Arturo Busillo (medico-pittore), e altri Genius Loci, come Angelo Giordano (scultore, sempre vicino al nascente Museo di San Bartolomeo, sagrestano della Chiesa del SS. Nome di Dio, sempre disponibile per visite guidate), Natale Perruso (scultore), Pasquale Perruso (fotografo, pittore e creativo a tutto campo, come piccolo imprenditore), e altri, che furono puntuali con una loro presenza, nel dare un contributo, senza chiedere nulla, con un ,loro umile segno, non solo al "Progetto Chiena", del 1985, che fece conoscere l'evento fluviale a livello nazionale, in tutta Italia (gettando le basi alla più grande economia locale di attrazione turistica, artistica e culturale), ma anche alle "Porte dell'Arte" del 1997, che sbancarono quasi tutti i media, provinciali, regionali e nazionali.
Gli amici, le famiglie, e i parenti tutti, non li hanno dimenticati. Mi rivolgo alle Istituzioni locali e territoriali, all'associazionismo a favore del luogo, con statuto nazionale, all'associazionismo artistico e culturale di levatura nazionale e internazionale, ai Comitati della memoria di una storia della nostra città (visto che siamo così bravi a ricordare e puntualmente, a commemorare, dove, malgrado tutto, la "memoria corta" detta le sue regole, prigioniera nel provincialismo, di quel ridicolo e obsoleto detto:"nemo proheta in patria")...
Questo al nostro paese, si chiama "Patrimonio Culturale e umano", di cui una città dovrebbe esserne fiera.
p.s. A parte un ricordo (istituzionale), nei luoghi deputati, creati anche con un loro forte contributo (il minimo che possiamo fare, grazie al nostro piccolo-grande-museo fondato nel 1982), nemmeno un tentativo di intitolare una via, un vicolo, uno slargo del centro storico, a questi artisti-cittadini nati e vissuti nella loro città, a cui diedero molto, quando qualche anno fa, fu messa in cantiere la nuova toponomastica...Si spera quanto prima, ad un'azione di riconoscimento da parte del maggiore ente locale. Del resto non ci vuole molto, per essere informati, in modo dettagliato, se si consultano alcuni libri e testi fondamentali della nostra storia recente, iniziando dagli anni 80, prima che sia troppo tardi.
Un'ultima osservazione: questi cittatidini artisti che ci hanno lasciato, posti ai margini, o dimenicati, vuoi per negligenza, per ignoranza o insensibilità di certe Istituzioni, e/o Associazioni specifiche, e di altri Enti pubblici e privati, vuoi per altri misetriosi motivi da psicanalizare, non sono "perdenti", i PERDENTI sono coloro che dalla memoria corta, si aggrappano alla memoria dei cosiddetti "vincenti".
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