sabato 30 ottobre 2021

Giuseppe Gibboni vince il Premio Paganini, 2021

 Dal quotidiano “Genova è” del 24 ottobre 2021

https://genovaquotidiana.com/2021/10/24/a-un-italiano-il-premio-paganini-vince-gibboni-lultimo-era-stato-angeleri-nel-1997/

A un italiano il Premio Paganini: vince Gibboni. L’ultimo era stato Angeleri nel 1997

Giuseppe Gibboni ha studiato al Conservatorio Martucci di Salerno e presso Accademia “W. Stauffer” di Cremona. Pubblico in piedi a fine esecuzione. L’orchestra ha pestato i piedi in segno di approvazione, spalla e direttore lo hanno abbracciato




Giovanni Angeleri era stato l’ultimo italiano ad aggiudicarsi il premio, 24 anni fa. Gibboni è il quinto italiano a vincere il premio giunto alla sua cinquantaseiesima edizione. Gibboni, classe 2001, nasce in una famiglia di musicisti professionisti, nel cui dna campagnese, scorre da sempre una forte passione per la musica, e, grazie ai primi insegnamenti dei genitori, a tre anni inizia a suonare il violino (la madre, Gerardina Letteriello, è pianista, il padre Daniele è violinista, che a sua volta, insieme ai suoi due fratelli musicisti, Ninni, chitarrista, e Antonello, violoncellista, ricevettero i primi insegnamenti dallo zio Liberato Muro, artista a 360°, violinista, chitarrista, pittore, attore e regista di teatro dialettale, accompagnato dal fratello Egidio, suonatore di contrabbasso, e dalla sorella Angelina, pittrice). 

Concerto grosso di Giuseppe Gibboni con i News Trolls

Giuseppe con il papà Daniele

Giuseppe con la mamma Gerardina e il papà Daniele


p.s. Nella breve presentazione, mi sono permesso di aggiungere un dettaglio sulla famiglia di Giuseppe Gibboni, citando il grande zio Liberato Muro (detto Ninnillo) e i due altri grandi, Ninni e Antonello, fratelli di suo padre Daniele.

Non c'è che dire, Giuseppe, ha saputo ricambiare alla grande verso tutta la famiglia, scrivendo una pagina di storia di un Premio prestigioso internazionale come il Paganini, soprattutto nei confronti dei suoi genitori, ma anche dello zione, e degli altri due zii...e l'altro zione Egidio (che, purtoppo. non c'è più), e la zia Angelina.

Daniele Gibboini, il papà di Giuseppe

Geradina Letteriello, la mamma di Giuseppe

Daniele Gibboni

Gerardna Letteriello e Daniele Gibboni in concerto

Gerardna Letteriello e Daniele Gibboni in concerto

Antonello Gibboni

Ninni Gibboni

Gruppo musicale "The Quintet Jazz Rapsody", in stile "Tu vuò fà l'americano", 
fine anni 50, chitarra Ninnillo Muro, fisarmonica Antonio Scannapieco, batteria 
Giulio Scannapieco, maracas Tonino Pirpan, contrabbasso Egidio Muro.

Ninnillo Muro, oggi, con l'amico
 Pasquale Caponigro

Da Fanpage del 26 ottobre, 2021

Il giovane violinista salernitano Giuseppe Gibboni vince il Premio Paganini. È il primo italiano dopo 24 anni

Il violinista salernitano Giuseppe Gibboni vince il Premio Paganini: non accadeva che vincesse un italiano dal 1997. Gibboni, vent’anni ed originario di Campagna, studia al conservatorio Martucci di Salerno sotto la guida di Maurizio Aiello ed è il quarto italiano di sempre a vincere il Premio Paganini.

A cura di Giuseppe Cozzolino






Il violinista salernitano Giuseppe Gibboni vince il Premio Paganini: non accadeva che un italiano vincesse il massimo riconoscimento nel concorso internazionale di violino dedicano allo storico artista ligure da 24 anni. Complessivamente, è il quarto italiano di sempre a vincere questo premio giunto alla 56esima edizione, dopo Salvatore Accardo (1958), Massimo Quarta (1991) e Giovanni Angeleri (1997). Vent'anni, originario di Campagna, piccolo centro di montagna a due passi da Eboli, cuore della Piana del Sele, studia al Conservatorio Martucci di Salerno sotto la guida di Maurizio Aiello.

Prima del trionfo sul palco, aveva anche sventato uno scippo

Poche ore prima di aggiudicarsi il premio, Giuseppe Gibboni era seduto ai tavolini di un bar quando ha assistito ad uno scippo, ed è intervenuto afferrando il ladro che aveva scippato una borsa ad una signora che si trovava poco distante. Un gesto per il quale si è complimentato anche il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, definendolo: «Uno straordinario artista, un ragazzo generoso di cui la Liguria è doppiamente orgogliosa».

Tutti i premi vinti da Gibboni
La commissione internazionale, formata da Pietro Borgonovo, Pierangelo Conte, Francesca Dego, Stephanie Gonley, Aiman Mussakhajayeva, Christoph Poppen, Jacob Rohde Soelberg e Pavel Vernikov, con Sergej Krylov a presiederla, ha votato compatta per lui, che si aggiudica anche il primo premio (30mila euro), ma anche 15 concerti italiani, un contratto biennale con un’agenzia di concerti di Shanghai per la rappresentanza in Cina ma soprattutto l’onore di suonare il violino Guarneri del Gesù del 1743, detto "Il Cannone”, ovvero lo strumento leggendario appartenuto allo stesso Paganini. Gibboni si è aggiudicato anche i premi per la migliore esecuzione del Concerto e dei Capricci di Paganini, nonché il premio del pubblico. Un trionfo.

Il plauso di De Luca e Napoli

Per lui sono giunti i complimenti da parte di tutte le personalità politiche di Salerno e campane. Se Vincenzo De Luca ha fatto da apripista, dicendo che "l'artista campano è da tutti indicato come destinato ad una carriera straordinaria in ragione delle sue doti naturali ma anche del rigore nello studio del violino", i complimenti maggiori sono arrivati anche da Palazzo di Città, dove il neo eletto sindaco Enzo Napoli ha commentato:

Esprimo i miei complimenti più calorosi a Giuseppe Gibboni, violinista appena ventenne, che ha vinto il prestigioso Premio Internazionale Paganini. La rassegna internazionale premia gli artisti emergenti ed è il preludio di una carriera ricca di successi. Siamo orgogliosi di lui e lo attendiamo al Teatro Municipale Giuseppe Verdi di Salerno per applaudirne una strepitosa esibizione

Il Teatro Verdi di Salerno

Teatro Verdi . Interno




domenica 17 ottobre 2021

Giovanni Rubino, l'artista della Memoria

 

Da Artribune

Morto a Milano l’artista Giovanni Rubino

                                                           

By Giulia Giaume

13 ottobre 2021


L’ARTISTA NAPOLETANO, CLASSE 1938, È VENUTO A MANCARE NELLA CITTÀ DOVE LAVORAVA E ABITAVA DA ANNI


È morto a Milano, dove viveva e lavorava, l’artista Giovanni Rubino, nato a Napoli nel 1938. Attivo dal ’65 come artista e pittore e dagli anni ’90 come videoartista e regista, aveva esposto in molti contesti internazionali con uno spiccato senso di vicinanza ai grandi temi sociali del suo tempo, manifestando con gesti e opere un attivismo tutt’altro che di maniera.













LA CARRIERA ARTISTICA IMPEGNATA DI RUBINO

Giovanni Rubino, nel corso della lunga carriera, ha sempre manifestato un preciso interesse nei confronti di grandi temi sociali. Nella seconda parte degli anni ’60 iniziò a lavorare a Reggio Emilia, partecipando ai fermenti culturali che animavano la città frequentando artisti e poeti come Corrado Costa, con il quale collaborò per numerosi anni realizzando performance e opere, ma anche Giulio Bizzarri e Rosanna Chiessi. Nel 1972 Rubino e Costa inscenano la performance MMORTEDISON a Mestre Cristo di Marghera per protestare contro l’inquinamento della zona industriale, installando con l’aiuto degli operai un manichino sulla croce con maschera anti gas. Quando nel 1993 esplose un’autobomba al PAC, Rubino diventò ogni giorno per un mese testimone della ricostruzione, da cui gemmarono delle opere figurative ed evocative in gouache. Disse: “Ho voluto fare qualcosa che contribuisse a sensibilizzare l’opinione pubblica. Sono sempre stato attento agli avvenimenti politici e subito ho voluto dare il mio contributo. Lavorando a torso nudo testimoniavo anche con il corpo alcune valenze della performance e davo maggiore senso all’azione. Attiravo lo sguardo della gente che passava lì ogni giorno. E’ stato toccante. Dare memoria a un fatto questo era importante per me. Non faccio Arte per l’Arte”. Nel 2005 l’iconico progetto FAREMEMORIA, copertura e riproduzione di lapidi partigiane e antifasciste delle vie di Milano, ricalcate, recuperate e trasformate con la tecnica del frottage per non fare sbiadire la memoria storica.

– Giulia Giaume





Dal Corriere della Sera – Cronaca di Milano

L’ADDIO

Morto a Milano Giovanni Rubino, l’artista della memoria collettiva

                                         

Nato a Napoli nel 1938, Giovanni Rubino era famoso per i suoi schizzi disegnati all’improvviso quando girava per le strade. Le sue opere più impegnate: dal Pac sfregiato dalle bombe alla guerra di Sarajevo





Di Redazione Milano

È morto a Milano, dove viveva e lavorava, l’artista Giovanni Rubino, nato a Napoli nel 1938. Artista completo, pittore, poi videoregista e regista, aveva esposto in molti contesti internazionali. Al centro, i temi sociali.

Pittore figurativo, Rubino era famoso per i suoi schizzi, disegnati all’improvviso, quando girava per le strade, estraendo dalle tasche un bloc-notes, o in occasione di certi eventi. Nel 1993, subito dopo la strage mafiosa al Pac di via Palestro a Milano, si era piazzato sulle macerie per un mese, disegnando ciò che gli suggerivano quelle immagini: «Ho voluto fare qualcosa che contribuisse a sensibilizzare l’opinione pubblica — raccontò — Sono sempre stato attento agli avvenimenti politici e subito ho voluto dare il mio contributo. Lavorando a torso nudo testimoniavo anche con il corpo alcune valenze della performance e davo maggiore senso all’azione». Nel 1995 aveva trascorso alcune settimane in Bosnia per raccontare, con i suoi disegni, la guerra da Sarajevo. Aveva anche disegnato due murales: uno all’Alfa Romeo di Arese, simboleggiava le lotte dei lavoratori: l’altro, a Gioiosa Ionica, rappresentava la lotta contro le mafie.

Negli ultimi anni continuava il suo lavoro all’insegna del motto «Fare memoria». Armato di scala e «attrezzi», saliva sui muri e applicava la tecnica del frottage, «sfregando» lapidi, soprattutto, di vittime del nazifascismo, e riportando i loro nomi e le loro vite su fogli. Famosi fotografi, da Ferdinando Scianna a Gianni Berengo Gardin, riprendevano in contemporanea la sua attività con le loro macchine fotografiche. Rubino aveva partecipato, nel ‘75, alla quadriennale di Roma, e, nel 2012, a una mostra collettiva a Palazzo Reale a Milano.

Il 10 ottobre, alla chiusura della mostra «L’eredità di Dante», a Fortunago, in provincia di Pavia, si è sentito male. Trasportato al policlinico San Matteo di Pavia, è deceduto lunedì 11 ottobre a 83 anni. I funerali, in forma civile, si terranno venerdì 15 ottobre, alle ore 14.30, nella Sala del commiato del cimitero di Lambrate.

14 ottobre 2021 | 16:23

Giovanni Rubino e Corrado Costa.
Crocefisso con maschera antigas.Mestre.1972







11 settembre 1973
il collettivo di porta ticinese realizza in piazza duomo
uno striscione per il Cile davanti ai manifestanti
in quella occasione Rubino formò il collettivo di porta ticinese
con Amadori, Crociani ,Ricatto , Bonomi....





Le 4 GIORNATE di NAPOLI
FAREMEMORIA a Scampia
frottage Giovanni Rubino
foto




















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